2009 è cominciato intenso. Gli abusivi massacri a Gaza e il casino politico italiano, senza dire la crisi finanziaria mondiale.
Tra Brasile e Italia qualcosa ha macchiato la diplomazia, e non è Amauri, l'attaccante della Juventus, che ancora non si sa se userà la maglia verde-oro o l'azzurra, ma la decisione del governo brasiliano e non estradare Cesare Battisti, l'ex integrante dei Proletari Armati per il Comunismo.
Non sarò qui a difendere o no la decisione del governo di Lula da Silva. Il ministro Tarso Genro è un uomo serio, e con un storico politico pulito e virtuoso. Intendo però criticare il signore Francesco Merlo, "giornalista" del Repubblica, e il suo editoriale sul caso, all'edizione di oggi.
Merlo, che qui lo chiamerò Chico M..., cioè Chico sarebbe il suo soprannome in Brasile, così come Kakà sta per Ricardo, Lula per Luiz, ecc, e M..., invece lascio a voi, cari lettori e belle lettori, definire d'accordo con la vostra immaginazione, ha criticato la decisione del governo brasiliano, usando dei termini ridicoli.
Chico M... ha scritto (pagina 26, Repubblica del 15 gennaio 2009): "Il governo che fa capo a Lula sostiene che l'Italia, controllata dagli yankees di Guantamano e gestita dai mafiosi stragisti, perseguita 'lo scrittore Cesare Battist'i[...]". Non è vero che il governo brasiliano pensa così. Non sarebbe però difficile sostenere ciò, se, per esempio, succedono dei casi simile tra Guantamano e Parma, come il Repubblica ha pubblicato nella medesima edizione: Un vigile che fa scattare una foto-trofeo insieme allo studente Emmanuel Bonsu. Una vergogna. Signor Chico M..., secondo lei, l'Italia è un paese di primo mondo? Lei si fida della giustizia italiana?
Chico M..., ha scritto ancora: "Lula, che pure due mesi fa è stato ricevuto da Berlusconi, deve aver pensato che l'Italia è una repubblichetta latino europea come la sua è latino americana[...]". Molto semplicista questo commento. Potrebbe essere detto al bar, tra gli amici, ma non, mai, da uno che si dice giornalista. Chico M... è fuori e passionale. Lui critica il giudiziario brasiliano, dicendo che questo non potrebbe mai criticare la giustizia italiana. Uno scherzo, vero?! In Italia abbiamo il premier che inoltre essere pieno di problemi con la giustizia, ha pure il monopolio criminoso dei mezzi di comunicazione. Signor M..., lei crede veramente che la giustizia italiana sia seria? Che la politica italiana sia seria?
Lei, tra l'altro, secondo me è xenofobo e presunzioso di non considerare il Brasile un paese serio. I problemi ci sono. Tanti! Il Brasile da sempre è esplorato dai detti paesi di primo mondo. Il Brasile non è una grande favela, come pensa lei, e uno stato dominato dalle "guerrilhas" sudamericane. No! Ratifico, i problemi ci sono, tanti, non sono cieco e critico molto il paese e l'attuale governo, che ormai è liberalista, come il modello norte-americano, come l'Italia d'ora (però, fortunatamente, non abbiamo ancora gli stessi problemi sociali brasiliani. Ancora!).