martedì 18 novembre 2008

L'Educazione messa in scena



L'onda anomala italiana non si ferma e arriva al Film Festival a Parigi

Gli italiani nella capitale francese fanno capire che la manifestazione del 14 novembre non era soltanto una succursale delle proteste a Roma. Con vita e assemblea proprie, gli studenti, ricercatori, professori, precari e altri professionisti si trovano periodicamente per discutere le loro azioni e le loro piattaforme di proteste contro le leggi e i progetti del governo italiano ed europeo all'educazione e cultura.

Ieri sera circa 50 persone hanno fatto un presidio con degli striscioni e cartelloni, con frasi del tipo "No Gelmini", "Non pagheremo la vostra crisi", tra altre, allo spazio Pierre Cardin, in occasione della serata di chiusura e premiazione del secondo Film Festival Italiano Miracolo (http://www.festivalcinemamiracolo.fr/). Subito dopo la consegna dei premi, gli studenti sono saliti sul palco e hanno fatto un duro discorso ilingue (italiano, francese) di 15 minuti contro la legge 133 in Italia e la privatizzazione dell'istruzione universitaria. Hanno avuto un ritorno positivo dai presenti, tra cui Laura Morente, "l'invitata di onore" che si è alzata per ascoltarli e applaudirli, Pierre Cardin, Nora Arnezeder, Luigi Lo Cascio.

Giovedì il movimento si aggiunge al corteo promosso dagli studenti francesi. La sera si riuniscono davanti all'Istituto Italiano di Cultura per un nuovo sit-in. Gli incontri in assemblea è settimanale, tutte le Domeniche in un centro culturale parigino. Loro discutono le piattaforme e i punti da difendere. Sperano di coinvolgere persone di altre nazionalità. "Ciò che succede in Italia è bruto, triste. Non possiamo fermarci e dobbiamo lavorare, pensare e agire a livello europeo", dice Carlotta, studente ferrarese erasmus di Bologna, uno dei leader dell'onda anomala a Parigi.

Il vincitore del festival è IL DOLCE E L'AMARO, di Andrea Porporati. Miglior film, e migliore attore, Luigi Lo Cascio.

sabato 15 novembre 2008

L’onda anomala colpisce anche in Francia





La giornata è cominciata con un presidio in zona consolato, passando dalla torre Eifel con un corteo e finendo all’Istituto Italiano di Cultura, davanti all’ambasciata.

Le riverberazioni delle voci ed urli di proteste “No Gelmini” arrivano anche a Parigi. Ieri, il 14 novembre, alle dieci del mattino 300 persone circa, di cui la maggioranza formata dagli studenti, si aggruppano ad una centinaia di metri dal consolato per protestare pacificamente. Le faccia colorate di blu, palloncini, con canzoni, striscioni e cartelloni con delle frasi bilingue del tipo: “No pagheremo la vostra crisi”. I ragazzi si aggiornavano continuamente con delle notizie di Roma. Volevamo sapere quanti erano, come era. “È molto triste ciò che succede in Italia adesso. Sono molto preoccupata. Vorrei essere anch’io a Roma e aiutare gli altri. Non posso, allora faccio la mia parte di qua”, ha dichiarato Chiara, di Salerno, a Parigi attraverso il programma di scambio universitario, l’Erasmus.

Alle 11.30 una commissione è andata dal console Luca Maestripieri a consegnare un documento che esprime rifiuto e indignazione verso le riforme della scuola e dell’università proposte dal governo italiano. In seguito, un’altra rappresentanza di studenti si è spostata all’ambasciata italiana portando lo stesso all’ambasciatore Ludovico Ortona. Gli studenti hanno avuto la promessa che i comunicati sarebbero spediti al Ministero dell’Estero.

Dopo alle ore 14 poco più della metà dei manifestanti hanno fatto un corteo fino la principale cartolina parigina, dove hanno fatto delle foto insieme ad un gruppo di turisti di Roma, che si sono aggiunti volontariamente. “Parigi è bellissima, ma ci dispiace non essere a Roma adesso per manifestare. Bravi, ragazzi, siamo con voi”, confessa una delle signore turiste.

L’ultimo appuntamento era davanti all’ambasciata alle 18, ma la strada è stata bloccata dalla polizia che ha minacciato gli studenti di caricarli caso rimanessero là. Salvatore, un professore d’italiano, che è a Parigi da 20 anni, presente tra gli manifestanti, ha suggerito di fare un sit-in all’interno della sala di eventi dell’Istituto Italiano di Cultura, proprio davanti alla principale rappresentanza del paese in Francia, che era piena in occasione della presenza del fotografo Mimmo Jodice. Dopo il discorso dell’artista, due studenti sono andati al pulpito e hanno fatto un discorso contro il governo di Silvio Berlusconi in italiano e in francese. Gli altri 70 manifestanti circa hanno aperto due striscioni. L’intervento è stato abbastanza applaudito.

L’onda anomala a Parigi, secondo gli studenti che la organizzano, deve continuare. Loro hanno fissato un’assemblea per domenica, il 15 novembre, sera per trattare i prossimi passi a Parigi, che potrebbe essere allo spazio Cardin, lunedì sera, all’ultima serata del Film Festival Italiano.

mercoledì 12 novembre 2008

VOLANTINO - NO GELMINI PARIS


Ecco il volantino in Italiano ;-)


Il “no Gelmini” raggiunge Parigi

La voce studentesca italiana risuona oltre i confini nazionali, “l’onda anomala” raggiunge l’attuale sede del presidente di turno dell’UE

 

Un movimento spontaneo di studenti italiani organizza un presidio: venerdì 14 novembre alle ore 11 a Parigi, davanti al consolato generale d’Italia. La manifestazione è aperta a tutti: studenti, ricercatori, professori, genitori, cittadini italiani e francesi, sensibili al futuro dell’Italia e dell’Europa. Al momento si stima una partecipazione di almeno 250 persone.

Lo scopo dell’evento è di manifestare contro la legge 133, detta Gelmini, e contro le proposte dell’attuale governo Berlusconi  in materia di cultura e istruzione. È un evento promosso “dal basso”, indipendente da qualsiasi gruppo, partito politico o sindacato e vorrebbe essere l’inizio di una riflessione più ampia sulle scelte europee in materia d’istruzione.

Sarà, inoltre, consegnato al console Luca Maestripieri un documento che esprime rifiuto e indignazione verso le riforme della scuola e dell’università proposte dal governo italiano. In seguito, una rappresentanza di studenti si sposterà all’ambasciata italiana portando lo stesso all’ambasciatore Ludovico Ortona


Altre informazioni sul sito NO GELMINI PARIS


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MERCOLEDì 12 Novembre: Questo pomeriggio al Centro Pompidou, ore 14,  ci sarà la consegna dei volantini per la distribuzione presso le università, scuole, Citè Université, ecc.

martedì 11 novembre 2008

Marco Travaglio - Anno Zero e le elezioni trentine

Quando dico che il giornalismo in Italia non esiste, cerco sempre di sottolineare che ci sono dei bravi professionisti. Marco Travaglio è uno. Non perché sia conosciuto da tutti e famoso, ma perché così lo vedo. Ovviamente ci sono altri sconosciuti molto competenti, anche nei giornali che sempre critico, come i provinciali l'Adige, Il Trentino, l'Arena

Adesso però scrivo qualche riga sul questa "star" dei media italiane.

Mi piace l'Anno Zero, compreso Santoro. I commenti di Travaglio sono divertenti e fatti bene. Sempre che posso guardo e riguardo le puntate. L'ultima che ho visto però merita dei commenti (per vederla click qui).

Nonostante sia un bravo giornalista, come ho detto prima, trovo queste sue partecipazioni all'Anno Zero come un editoriale, alla fine lui commenta e interpreta alcuni casi della nostra quotidianità.

In questa ultima, che potete vedere attraverso questo link Youtube che ho pubblicato sopra, ha parlato sui rapporti Italia vs USA, Berlusconi, Veltroni, Gelmini, Bush e Obama. Molto interessante.

L'unica cosa che discordo è con i numeri del governo di George W. Bush. Lo so che la situazione economica negli Stati Uniti d'America è peggiorata molto nelle ultime due gestioni, non per le scelte del governo, sì invece per il loro sistema neoliberalista. Sarebbe quindi successo lo stesso se i democratici fossero al potere. Il problema sono le decisioni del governo Bush al cercare di risolvere la crisi finanziaria, cioè, SECONDO ME, con le guerre, gli auto-attentati, ecc. I democratici, FORSE, farebbero diverso, ma non vuole dire che sarebbero stati giusti. Le guerre sarebbero state altre, sfruttando, per esempio, i paesi poveri, che uccide tanto come le guerre di Bush, ma senza le immagini dei media.

Per tutt'altro la partecipazione di Travaglio è stata opportuna, interessante. Da vedere e riflettere sopra.

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Elezioni nel Trentino: Non posso dire che sono felice con la vittoria di Dellai. Sono però molto contento che l'infernale Divina non abbia vinto e che Emilio Giuliana non stia fuori del consiglio trentino. 

Trento è una provincia piccola, organizzata, bella. Grazie, soprattutto e non solo, alla sua autonomia. Diverso della predica della Lega Nord, non è mica pericolosa. Ci sono dei problemi, ma non credo al punto di dire che qualcuno abbia paura di vivere là, anzi, sembra l'isola che non c'è. Se la sera è vuota, il motivo è che, purtroppo la città non offre niente, proprio niente alla popolazione, nemmeno un sistema di trasporto notturno a coloro che abitano in provincia, per esempio. 

Se non fossero gli studenti la città sarebbe morta dopo le 19 di sera, e sicuramente meno ricca.

Trento è una città che pensa come un piccolo paese. Deve crescere, mutare più velocemente. La vittoria della Lega sarebbe un passo indietro, una scelta retrograda.

Sono stanco di questi discorsi vuoti, imbecilli, pieni di pregiudizi, preconcetti e fobie contro gli stranieri, omosessuali, studenti, comunisti, ecc. Quando avrò soldi aprirò un bar in piazza duomo che si chiamerà San Marx. La decorazione sarà molto colorata. Sarà sempre aperto. Tutti le persone saranno rispettate, tranne, ovviamente quelli che non rispettano e non accettano il diverso.




lunedì 10 novembre 2008

Incontro per la Manifestazione di Venerdì 11 novembre



La domenica era fredda e impegnativa. Sono stato tutto il giorno davanti al computer ad arrabbiarmi con i "giornalisti" italiani e a risolvere delle questioni burocratiche.

La sera sono finalmente uscito di casa. Vado al centro Pompidou. C'erano 41 persone tra studenti e studentesse che discutevano la manifestazione di venerdì al consolato italiano a Parigi, contro la legge 133 (Gelmini) e le proposte dal governo Silvio Berlusconi all'Educazione e all'Istruzione in Italia.

Poi siamo andati all'appartamento di una compagna. Eravamo una ventina a discutere sempre la protesta, il presidio che si fa venerdì prossimo.

Sono abbastanza motivato e ottimista. Avremo anche l'appoggio degli studenti francesi. L'Italia si è mobilitata. Da Trento a Palermo, una scintilla agli altri studenti europei. Venerdì potrà essere un giorno storico per l'Italia e per l'Unione Europea. 

Domani, il martedì 11 novembre 2008, alle ore 19.30 , noi studenti italiani a PARIGI, ci troviamo in assemblea per discutere il grande incontro di venerdì.

Ecco gli indirizzo:

CICP
21 ter rue VOLTAIRE
75011 Paris
Metro RUE DES BOULETS - Linea 9
(vicino a Nation)

Ps- Portare da Bere ;-)

Ps2- Le foto degli incontri di domenica al centre Pompidou e all'appartamento a Pigalle.

Ps3- Sito manifestazione NO GELMINI PARIS: http://www.nogelminiparis.fr
E-mail: nogelminiparis@gmail.com

Un abbraccio a tutti e a MARTEDì.


Jota





domenica 9 novembre 2008

Il paese senza i giornalisti

Sarei troppo duro e bugiardo se dicessi che in Italia non esiste la Stampa, o meglio che non ci sono i giornalisti veri. Anzi ci sono i bravi professionisti, pochi però!

Parlavo con con un'amica del nord del paese, che difende la tesi che i giornalisti sono soltanto coloro che hanno un lavoro con contratto firmato con una testata. Mi dispiace se lei pensa così, perché io non ce la faccio a chiamare "collega" coloro che scrivano al "Il Giornale", per esempio. E tanti altri, soprattutto del gruppo Mediaset

Il giornalista è una professione, non un cargo. Questo la mia giovane amica non capisce. Un medico che non lavora al momento, sarebbe ben capace di aiutare una persona bisognosa, ma uno che non ha studiato medicina, che quindi NON è medico, all'ospedale, metterebbe il malato in pericolo di morte (e non in pericolo di vita, come erroneamente i giornali italiani insistono in scrivere). Così è l'Italia per quello che riguarda il giornalismo.

L'Ordine dei Giornalisti è un frutto del fascismo. Emilio Fede, Giuliano Ferrara e altri noti giornalisti potrebbero essere al massimo pubblicisti. 

...

La nuova perla di Silvio Berlusconi: "Obama [...] è giovane, bello e abbronzato". Beh, cosa scrivere sul di questo?! Vergogna di essere italiano. L'Italia è un paese meraviglioso. Una potenza in qualsiasi aerea, tranne politica. Mussolini, Craxi, Berlusconi, Cossiga, Bossi, Andreotti, ecc.


...


Manifestazione NO GELMINI - il 14 febbraio: Ci siamo. Uniamoci a Paris, davanti al consolato italiano a Parigi:

il 14 Febbraio
Ore: dalle 10 alle 12 - mattino

Dove: Consolato Italiano a Parigi
blvd EMILE AUGER 5
75016 Paris


giovedì 6 novembre 2008

MANIFESTAZIONE NO GERMINI PARIGI

Ciao a tutti!

Il 14 novembre 2008, alle 9.30 dal mattino, ci si trova davanti alla fermata della mètro Odion a Parigi (linee 4 e 10). Tutti in nero, con cartelli, fischietti, striscioni per protestare contro il governo di Silvio Berlusconi e le sue pazzie per ciò che riguarda l'istruzione e l'università in Italia.

Poi con la linea 10, andiamo alla fermata MICHEL-ANGE AUTEIL, si fa il cambio, linea 9, verso la fermata LA MUETTE. La manifestazione sarà davanti al consolato italiano a Parigi, 5, Blvd Emile Augier, 75016, seguito della consegna del manifesto contro la legge 133/2008, il dc 137/2008 e le riforme universitarie italiane, al console Luca Maestripieri, che inoltrerà al governo italiano.

Dopo si fa un sit-in davanti all'ambasciata italiana, 51 rude de Varenne 75007, metro Rue de Bac.

Informazioni: http://nogelminiparis.blogspot.com
E-mail: nogelminiparis@gmail.com

Baci a tutti!


IL MONDO CHIAMATO BRASILE - No al preconcetto!

Luana Piovani, attrice brasiliana;

Ibiri, indigena brasiliana

Rodrigo Santoro, attore brasiliano;

Ana Hickman, conduttrice di TV brasiliana;

Danielli Yuti, atleta brasiliana;

Giselle Bundchen, modella brailiana;

Edson Arantes do Nascimento, ex calciatore brasiliano;


Molto si parla del preconcetto in Italia e in Francia. Un problema sociale, soprattutto nel bel paese. Non soltanto da parte dei politici, ma nella società in generale.

Nei principali giornali italiani trovo ogni giorno degli articoli xenofobi. La Repubblica mi fa proprio schifo. I giornali regionali, come per esempio l'Adige e il Trentino, a Trento, e l'Arena, a Verona, la situazione allora è ancora peggio. Considero però che in Italia non esiste proprio il vero giornalismo. Ovvio che ci sono quelli bravi, che cercano di essere imparziali, no passionali e di soltanto informare (gli occhi della società). Sono pochi. La Stampa italiana è tutto altro che giornalismo, soprattutto nei servizi di cronaca.

Nel mezzo accademico è uguale. Ci sono degli studenti che predicano il no al pregiudizio, no al preconcetto ma alla fine sono xenofobi anche loro. Tra i futuri sociologi sono quelli che, nonostante abbiano un cuore "buono", hanno l'intenzione di studiare "i diversi" dal loro punto di vista. Un atteggiamento arrogante, secondo me. Uguale come ricercare sugli animali.

Però ... (sempre c'è un però!) ... la situazione in Brasile è ancora peggio. Un paese praticamente formato della missigenazione. Là ci sono i "rossi", la minoranza assoluta, i brasiliani "veri" che vivano nelle riserve, i "gialli" (una grandissima comunità di giapponesi), i "neri" (quasi la metà della popolazione), e i "bianchi" di origine europea. Un brasiliano può avere la pelle scura, come Pelé o Ronaldinho; biondo con gli occhi blu, come Giselle Bundchen, un indio o un orientale. Aver i cognome Silva, come Ayrton Senna da Silva o Luiz Inacio da Silva (il presidente LULA); Nascimento, Souza, Tagliavini, Cabrini, Mitraud, Ferrari, Grillo, Fontana, Fontaine, Obama, Stern, Glaser, Weger, Kofler, Suzuki, Santos, Herrera, ecc. Tutto il mondo in un solo paese. 

Il Brasile, tra l'altro, è un paese completo. Foreste, mare, spiagge, montagne, cascate, musei, sport, cinema, scienza, tecnologia, ricchezza e povertà estrema. La cucina brasiliana può essere pasta, riso, feijoada, frutti, sushi, pesce, couscous. La religione del brasileiro è molto diversificata. Ebreo, cattolico, musulmano, protestante, evangelico, spiritualista, spiritista, ateo, buddista, candoblé, ecc. 

Non è strano, e non stupisce il fatto di una donna, un nero, un sindacalista senza laurea, un omosessuale dichiarato che arrivano al potere politico, oppure sono delle persone che occupano una posizione importante in qualsiasi area economica, commerciale, finanziaria, artistiche, ecc. Nonostante ciò, in Brasile, con tutta questa impressionante diversità, soffre tantissimo con il preconcetto. Se il governo italiano adesso inventa le classi separati per gli straniere, che secondo me è un assurdo, in Brasile questa separazione esiste da sempre.

I media alla fine sono migliore che in Italia, sia per la qualità, che per il contenuto. Però nell'ottava potenza economica mondiale esiste il preconcetto di radice. Le cose stano migliore, per fortuna, ma lontano, molto lontano di poter dire che il Brasile è un paese che convive bene con la diversità. Potrei anche dire, che nella mia interpretazione, la situazione in Brasile è molto peggio che in Europa, alla fine, se una è il vecchio continente, l'altro da più di 500 anni convive con il diverso, con la differenza. Troppo tempo per imparare.

Comunque sia qui, come là, il preconcetto non può essere mai giustificato e/o sopportato.



mercoledì 5 novembre 2008

NO GELIMINI PARIS



Adesso è confermato. Si manifesta a Parigi (NO GELMINI PARIS) contro il governo Berlusconi.

Appuntamento il 14 novembre, venerdì, alle ore 9.30 davanti all'uscita Rue ècole de médecine, mètro Odéon (linee 4 e 10- sud) Paris.  Insieme, con i vestiti neri, striscioni, cartelli, fischi e la barra con l'istruzione italiana,  prendiamo la linea 10 verso la fermata Michel-Ange AUTEUIL. Cambio alla linea 9 fino la fermata LA MUETTE. Camminiamo circa due minuti fino al 5, Blvd EMILE AUGIER 75016, Consolato Generale d'Italia a Parigi, dove facciamo il funerale simbolico dell'istruzione italiana, grazie alla legge 133 e al dc 137 (detti Gelmini), e consegniamo al console Luca Maestripieri una lettera di disapprovazione al governo italiano per quello che riguarda il sistema educativo. 


L'arrivo dell'Anticristo



Penso che molti protestanti ortodossi adesso sono sicuri che "la fine del mondo" è arrivata. Il nuovo presidente degli Stati Uniti dell'America, BARACK HUSSEIN OBAMA II, sarebbe il personaggio perfetto per i cospiratori religiosi.

I cristiani aspettano il ritorno del "Messia", che li porterà al paradiso. Prima però, secondo i libri apocalittici della bibbia, il mondo avrà molti problemi. La miseria, l'egoismo, l'individualismo, le guerre, i conflitti, la criminalità, il CAOS. Dopo, sempre secondo le scritture sacre, dovrebbe arrivare un politico che condurrà le nazioni alla pace universale. Un leader carismatico, che porterà la speranza all'umanità. Sarà amato da tutti. Un idolo mondiale, irreprensibile. Quasi un'unanimità tra la gente. Non ci saranno più confini, guerre, almeno nei primi anni, che servano per conquistare gli essere umani per dopo distruggerli. Alla fine, i santi biblici parlano del falso profeta, il falso messia, l'anticristo. Prima la pace, la nuova era, dopo il tradimento, la morte.

Ovviamente NON condivido quest'idea. Anzi mi fa proprio ridere. Devo dirvi però che non sono felice né triste con la vittoria di Obama. 

Barack Obama, senza dubbio, è un personaggio affascinante. Carismatico, forte, umano. Diverso di tutti gli altri presidenti nordamericani finora. Il suo primo discorso subito dopo la vittoria era emozionante.

Alcuni dei miei amici hanno messo, addirittura, sul MSN, sull'Orkut, sullo Skype e sul Facebook, delle frasi che celebrano i risultati delle elezioni degli USA. I giornali in tutte le parte del pianeta evidenziano la foto di Obama sulle copertine. Le Figaro e Le Monde qui a Parigi hanno fatto delle edizioni extra-ordinarie con la foto gigante di Obama, e hanno convocato delle belle e carine ragazze per vendere gli esemplari storici per le strade parigine. In TV non si parla d'altro. Fanno vedere, rivedere le immagine da cinema del primo discorso del neofito capo degli USA. Le bandiere americane che si muovono uniformemente con il - finto - vento, la dolce famiglia Obama insieme a lui, le persone emozionate con gli occhi bagnati di lacrime, che sorridono orgogliosi. Una grande trasmissione. Perfetta. Il nuovo "RE del mondo", che arriva con gloria ed onore. Tra l'altro, forse la ragione più importante, Barack Obama, il 44° presidente degli Stati Uniti d'America, è il responsabile per la fine di un'era di orrore, del grande "diavolo" George Walker Bush

Non ho mai visto Bush o qualsiasi presidente degli USA come il protagonista principale di tutte le scelte "buone" o cattive" di quel paese. Anzi, lui, Bush, così come il suo padre, Clinton, Nixon, Ford, Carter e anche Obama rappresentarono e rappresentano i personaggi principali di un sistema neoliberalista. Non è stato Bush che ha deciso di invadere l'Iraq. Gli USA, male che siano, non hanno un regime totalitarista o dittatoriale. Il sistema italiano, per esempio, è molto peggiore, con il primo ministro che è proprietario di una rete di comunicazione. Questo fatto sì è triste e ridicolo, ma torniamo alla copertina del momento. Con questo lungo testo vorrei soltanto dire che anche se Obama mi sta simpatico, come personaggio pubblico, non ho nessuna aspettativa. Non sono ottimista né pessimista. Prima di giudicarlo, o meglio, giudicare il suo governo, cioè il sistema, dovrei attendere alcuni anni. Comunque rimango incredulo a qualsiasi governo degli USA. Attenzione, non sono un anti-americano. Tutt'altro, ma sono soltanto critico.

Auguro al signor Barack molta fortuna e saggezza nei prossimi quattro anni.







domenica 2 novembre 2008

NO GELMINI anche a Parigi


Oggi sarà il primo incontro degli studenti italiani a Parigi per discutere le manifestazioni contro il governo Berlusconi, la legge 133 e il decreto legge 137.

Nonostante il premier italiano abbia deciso fare una pausa sulle riforme universitarie, la situazione è ancora nera e noi studenti non possiamo fermarci. La "legge Gelmini" ormai è stata omologata, ma ciò non può frenarci. Le proteste non sono in vanno. "Noi" abbiamo scelto l'attuale governo. Loro dunque sono legittimati a fare quello che vogliano e niente si può fare per cambiare al momento. Stiamo però investendo nel futuro, alle prossime elezioni, regionali e quella nazionale. Il nostro urlo e indignazione sono importanti.

L'incontro sarà al bar CARAVANE: 5, rue de la Fontaine 75011, metro Republiquè, alle ore 18 (Domenica, 2 novembre 2008).

Informazioni: +33 6 72 41 63 08


sabato 1 novembre 2008

Le domande senza risposte - Si manifesta a PARIGI



Immagine 01



Immagine 02

Perché e come una militanza organizzata e armata di giovani vestiti in nero, sbarca dagli autobus nel centro di Roma (piazza Navona) pronto ad affrontare i pacifici studenti che manifestavano contro la legge retrograda 133, senza che gli inutili delle forze di (dis)ordine intervengono?

A- Quelli delle forze di ordine sono veramente degli inutili, e guardavano le belle studentesse italiane o parlavano del campionato, e così non si sono accolti che 300 delinquenti circa formavano un onda di cattiveria;

B- I 300 delinquenti che hanno affrontato gli studenti erano dei poliziotti in borghesi, che volevano tornare a casa presto per vedere la partita, e quindi hano trovato un modo più veloce per finire la manifestazione;

C- Il governo ha convocato (e forse pagato) degli assassini codardi per affrontare e pacifici studenti che manifestavano contro la legge 133, detta Gelmini, per far confondere la gente, dicendo che le proteste in tutto il paese e all'estero sono di carattere politico, e non dei movimenti legittimi contro un atteggiamento retrogrado, neoliberalista dello stesso governo per quel che riguarda l'educazione, l'università e la ricerca in Italia?

D- Tutti gli anteriori.


Io vorrei sapere!

1- Non credo che sono stati i (neo)fascisti o quelli di destra ad affrontare gli studenti "di sinistra". Anzi, il partito Forza Nuova, di estrema destra, si dichiara (immagini 01 - sito del partito Forza Nuova, il 1 novembre 2008) contro la legge 133, detta Gelmini. 

2- Mi sembra strano che le forze d'ordine non sono intervenuti contro i delinquenti e codardi che hanno affrontato i manifestanti in Piazza Navona, a Roma. Come i tipi sono riusciti a raggiungere il corteo? Chi ha autorizzato? Come hanno fatto a parcheggiare e sbarcare in pieno centro? Potrebbe essere un'autorizzazione superiore? 

3- I tipi sono degli assassini pagati da qualcuno. Il governo italiano si è perso con la maggioranza assoluta degli studenti che dicono NO alla 133 e al dc 137. 

4- Sono contro qualche tipo di violenza, armata o no. Un atto violento non potrà mai essere giustificato. Gli assassini (immagine 02), che ratifico: secondo me non appartengono a nessun gruppo politico, ma sono dei mercenari pagati, hanno affrontato un gruppo di giovani pacifici, che protestano contro, ripeto ancora, una legge retrograda. Vorrei sapere se il più forte di questi tipi schifosi e violenti, ci sarebbe per affrontarmi. Uomo contro uomo, uno contro uno. Senza arme, senza compagni, senza ideologia, senza niente. Sono sicuro di no! Non perché sono più forte, ma perché sono dei codardi. Tra l'altro, non farei mai ciò, perché come ho detto, sono contro la violenza. 

5- Ormai si manifesta anche a Parigi contro il governo italiano, "la vergogna dell'UE nell'educazione". Faremmo vedere a tutti i cittadini parigini e ai migliaia di turisti che passano per questa fantastica città che l'Italia è retrograda nell'elaborazione di leggi per l'educazione e per la ricerca scientifica.



lunedì 27 ottobre 2008

L'Italia neoliberalista

Mi fa troppo male al cuore non poter esserci in Italia adesso. Al punto di non riuscire a godere il fascino parigino.

Vorrei essere di fianco, insieme ai miei compagni e agli altri studenti che protestano contro i decreti 133/137, conosciuti ormai come "legge Gelmini"*. Non solo per il piacere di fare una protesta, rivendicare qualcosa, come una delle mie amiche italiane a Parigi! No, assolutamente no! In questi giorni mi dimentico che sono brasiliano. Prendo soltanto la mia metà italiana e soffro con l'atteggiamento irresponsabile del governo. Il mio sangue è caldo. Sono agitato e profondamente triste con l'attuale situazione della politica del bel paese, per quello che riguarda l'educazione. Ho letto e riletto i presenti decreti. Sono abbastanza arrabbiato con tutto ciò che ho letto. Non sono d'accordo proprio per niente con una sola parola in quelli articoli.

La colpa ormai è nostra, di tutti noi che abbiamo votato ad aprile scorso. Soprattutto della sinistra, persa in discorsi ridicoli e retrogradi. Senza un programma decente e presentabile per gestire il Paese. Hanno avuto il mio voto, perché non mi sentivo di voltare PD. Non ero e non sono però soddisfatto di aver fatto una "X" nel logo del mio partito rosso (rosso di vergogna).

Togliere dei fondi all'educazione è tipico di un governo neoliberalista, che privilegia soltanto coloro che hanno più possibilità finanziarie. E la maggior parte della popolazione? Questo fatto è osceno e ratifica qualsiasi manifestazione (non pacifica!).

Anche per le cose dette più "piccole" o discutibili dei decreti non si trova niente che potrebbe giustificarli. In una breve analisi pensiamo all'insegnante unico: Venti, venti e cinque bambini che dovranno essere educati da una sola persona? Non va! E poi come questa potrà giudicare il comportamento di un bambino? Non è giusto!

Il grembiule: Beh, il ritorno dei Puffi ( Schtroumpfs)? Con la scusa per evitare la discriminazione sociale. Stiamo scherzando? Ieri sono andato con un'amica italiana, più piccola di me, ma forse più saggia, a prendere un Kir (aperitivo tipico francese), ad un bar a Saint Germain. Abbiamo parlato per ore sui decreti. Ad un tratto lei ha detto: "Pensano di risolvere i problemi nell'ultimo anello della catena, quando invece vanno risolto alla base". Tutti con gli stessi vestiti non cambia il problema, non guarisce la malattia del pregiudizio e della disuguaglianza sociale. Uno avrà un grembiule sempre pulito, stirato, nuovo. Così come le scarpe, i cellulari, gli astucci, ecc. L'altro di meno! La soluzione, come dice la mia amica é lavorare con i bambini, insegnando che l'essere è più importante che l'avere. 

E così poteri prolungarmi a criticare ogni parte dei decreti. Ho già scritto troppo. Basta.

Adesso attendiamo l'omologazione di queste leggi assurde, ma non possiamo fermarci con le manifestazioni e proteste. Almeno quelli che hanno sostenuto l'attuale governo italiano, tra alcuni anni, pensano meglio prima di votare. E noi invece, che non li abbiamo votato, possiamo manifestare sempre contro le ingiustizie, ed imparare a fare dei programmi degni e coerenti con la grandezza del nostro Paese, non come ad un centro sociale (per carità, i centri sociali hanno la loro importanza, ma è molto diverso di gestire una nazione come l'Italia).

Dai ragazzi, forza! 



sabato 25 ottobre 2008

L'opportunità è ORA!


Ovviamente non potrei scrivere altro, in questo mio ritorno dopo un lungo periodo assente, che ciò che è in più evidenza nel contesto politico italiano: i decreti legge 133-137, conosciuto come il decreto Gelmini, ereditato dell'attuale ministro dell'Istruzione, Maristella Gelmini.

Il suo provvedimento più giudicato è il decreto legge n.137 di settembre/2008, chiamato Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università, che tra altre cose prevede la reintroduzione del maestro unico nella scuola elementare (art. 4, paragrafo 1), la valutazione nella pagella dello studente del suo comportamento in classe (art. 2, paragrafi 2 e 3, giustificato nel controllo del bullismo nelle scuole) e, soprattutto, ai tagli con l'educazione nel paese.

Non voglio entrare nei meriti dei decreti. In sostanza non sono per niente d'accordo, non perché ho una visione politica diversa dal governo, però per ragioni pratiche. L'educazione, secondo me, dovrebbe essere insieme alla sanità, priorità di qualsiasi governo. L'espressione "tagli", sostenuta anche del presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, suona male e è una strada sbagliata, pericolosa. 

Ci vorrebbe sì una ristrutturazione dell'Educazione in Italia, dall'asilo all'università, con urgenza. La proposta della Gelmini è retrograda e inefficace. Credo che sia più un aiuto alla finanza nazionale, un adattamento di soccorso all'atteggiamento neoliberalista del governo, come autore e attore principale il signor Ministro dell'Economia e dele Finanze Giulio Tremonti, ovviamente sostenuto dei ministri di Stato, Maristella Gelmini, Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione) e Silvio Berlusconi (il primo ministro). Una vergogna!

Uno dei miei colleghi sociologi mi ha scritto sul facebbok che trova le manifestazioni contro i decreti "Gelmini-Brunetta-Tremonti-Berlusconi" (decreto legge 133 e decreto legge 137, entrambi 2008) esagerate. Se fossero soltanto per i decreti forse anch'io potrei dire lo stesso. Ma no! Assolutamente NO! Credo che i decreti ara le scintille mancante per questa che potrà (e mi auguro che sia) essere la rivoluzione, partendo da noi studenti universitari. 

Lo studente oggi è un schiavo del voto. Studia per superare l'esame, aver un buon voto e il chance di trovare un lavoro decente, dandogli la possibilità di vivere, o sopravvivere. Dunque: un idiota. L'università ha perso il suo senso, e integra soltanto un sistema formativo, necessario nel percorso della vita. 

Io sono contento e ottimista con le manifestazione in tutto il paese. Non sarà in vano. Forse i presenti decreti saranno comunque omologati, anche se il presidente Napolitano usa il suo poter di VETO, i decreti ripassano alle Camere dei parlamentare, che dopo danno l'ennesima fiducia, obbligando quindi l'omologazione. Questa però può essere l'opportunità di invadere le strade, di lottare, di protestare; di crescere e fare, e non soltanto "parolaiare", come fanno attualmente i partiti e politici della sinistra italiana che, in generale, sono abbastanza limitati e anche loro retrogradi, con i soliti discorsi del '68, o gli studenti che parlavano, parlavano e parlavano (forse parlano ancora), ma alla fine gran parte di loro erano dei "fighetti", che non usavano dei vestiti firmati, ma spendevano 100 euro con altre cose inutili, non si preoccupavano con la realtà società in generale. Atteggiamenti egoisti ed arroganti).

Adesso sono a Parigi. Vorrei essere a Trento, vicino ai cari veri COMPAGNI. Stefano, Baldo, Vero, Michi (che anche lui è all'estero adesso), Corrado, Erica; Sara e Bob (che sono con me adesso), ecc. Va bene. Vi penso e faccio la mia parte.

Nel titolo ho messo il link per il sito del governo italiano, con i presenti decreti, per chi non ha letto ancora.

domenica 27 luglio 2008

Il giornalismo irresponsabile




Non vorrei essere noioso, ma vengo da voi ancora per scrivere sul giornalismo, o meglio, tutt'altro, ciò che trovo in Italia.

Un'altra domenica perdo il mio tempo al guardare la TV, in speciale il programma Alle falde del Kilomangiaro (Rai3), condotto dall'insipita Licia Colò.

Oggi il tema è la poligamia. Non voglio discutere la legittimità o meno di questa pratica, ma sì il modo in cui il fatto è presentato in questa mediocre puntata.

Hanno portato un senegalese musulmano che ha due spose. Nonostante lui essere stato chiaro, saggio al difendere la sua scelta, Colò ha enfatizzato un unico problema in questa diversa cultura: il pericolo dell'AIDS in conseguenza di un matrimonio "anormale", con due moglie.

Trovo ciò un modo di evidenziare il problemi culturali contro il diverso, soprattutto in un momento critico come questo che viviamo oggi in Italia, con la xenofobia e il razzismo, dove nella provinciale Trento, per esempio, si discute ancora sulla legittimità dell'apertura di una moschea, con tanti contrari. Questo tipo di programma in TV aiuta a sostenere "la paura del diverso". Un nero, con due moglie, musulmano. Mi chiedo perché non hanno portato un biondo cristiano, con gli occhi blu dello stato mormone dell'Utah, negli USA? Forse perché alcuni italiani potrebbero scherzare, dicendosi invidiosi di coloro belli americani che hanno tante moglie? Oppure dire che è "culturale" aver più di una sposa? 
Invece nel primo caso, come ho detto, trovo un modo di sostenere la xenofobia italiana.

E poi, sul discorso - ridicolo - dell'AIDS, i poligami non appaiono nel gruppo di rischio. Se ci sono dei poligami portatori del virus HIV sono pochissimi. L'HIV tra l'altro cresce tra "le persone normale" a noi, come gli eterosessuali sposati con una sola donna, con figli, lavoro, macchina, ecc. Chi ha dei dubbi, che ricerchi ciò sull'internet! 

L'anno scorso, sempre alla provinciale Trento, sono stati arrestati delle persone che favorivano la prostituzione in Italia. Nelle intercettazioni fatte dai Carabinieri con alcune prostitute e travestiti, è venuto fuori che alcuni trentini sposati, li davano più soldi per aver relazioni sessuali senza preservativo. Poi questi tipi rientrano nelle loro belle case, dalle loro belle famiglie, di cui una sola moglie, con la possibilità di portare il brutto virus come regalo.

Non sono contrario al far vedere in TV il diverso. Anzi, sono curioso, mi piace, però se condotto di una persona preparata, di un vero giornalista, capace di contestualizzare la situazione in modo pragmatico, giusto e vero!

Ratifico la mia tesi. Per essere giornalista e condurre un programma o scrivere in un piccolo giornale della comunità si dovrebbe aver una laurea in GIORNALISMO, e non essere raccomandato o soltanto bella, o una ex velina.


venerdì 25 luglio 2008

La sua puzza è una vergogna al Giornalismo


Tradotto in portoghese, il verbo puzzare è feder, appartenente alla seconda coniugazione (-er), che al presente dell'indicativo viene così:

io fedo (puzzo)
tu fedes (puzzi)
ele FEDE (puzza tanto)
nòs fedemos (puzziamo)
vòs fedeis (puzzate)
eles fedem (puzzano)

Al guardare uno dei terribili telegiornale della TV italiana mi sono accorto che, coniugato alla terza persona del singolare nel presente dell'indicativo, il verbo FEDEr in portoghese/brasiliano, cioè puzzare in italiano, sembra essere fato apposta ad un famoso conduttore, che si dice giornalista, e forse guadagna benissimo per fare questo mestiere.

Una persona come lui, Emilio Fede, è una prova che basterebbe per cambiare il giornalismo in Italia. La responsabilità di un giornalista è grandissima, rilevante e cruciale alla società. Soprattutto nella società contemporanea, dipendente dai veicoli di comunicazione elettronici.
Sono a favore della obbligatorietà della laurea (05 anni di studio) in giornalismo, per colui che vuole seguire questa professione che dovrebbe essere soltanto l'occhio pragmatico, imparziale e impassionale della società. 

La forza di Silvio Berlusconi viene della sua immagine, costruita diretta o indirettamente dai media, principalmente di sua proprietà. Una cosa schifosa, puzzolente (FEDIDA, trad. port.bras), codarda, ingiusta, da un tirano! E ciò che dico non è perché sia Berlusconi. Sarebbe lo stesso con qualsiasi politico, Bertinotti, Di Pietro, Veltroni. Chiunque!

Emilio Fede (o Emilio Puzza in portoghese/brasiliano), che dice essere un giornalista, dovrebbe agire come tale. Ciò che fa è criminoso, triste, inaccettabile, vergognoso. 

Ovviamente ciò non accade solo in Italia. Anche nei paesi con un giornalismo più serio e pragmatico, come negli USA, o proprio in Brasile, dove esiste l'obbligo di frequentare corso universitario specifico di giornalismo per coloro che vogliono seguire la carriera. Qualcuno potrebbe dire che in Italia forse è meglio, alla fine esiste trasparenza, cioè tutti sanno che Fede lecca quello di Silvio. Ok, cosa cambia?! Silvio Berlusconi ha una pubblicità costante al suo favore. Fede rappresenta un giornalista. Stiamo scherzando?! 

No, non posso assolutamente accettare un tipo come questo. Non è giusto. Mi viene da piangere!

Basta, adesso torno a studiare.


lunedì 7 luglio 2008

Integrazione un cavolo


Ho guardato un pezzo di un programma sul RAI 3, Alle falde del Kilimangiaro, sull’integrazione in Italia. Terribile.

Il dibattito è iniziato con una ROM che diceva che l’integrazione di coloro della sua etnia che vogliono integrarsi è difficile. Lei lavora come mediatrice in una scuola a Milano, per aiutare i bambini rom che vogliono integrarsi, perciò frequentano l’elementare insieme agli italiani. Ha cominciato a raccontare una storia di un bambino rom che soffre per il preconcetto dei suoi compagni. Ha detto che tra l’altro esiste un school bus  (che Dante possa perdonarmi) per gli italiani e un altro per i ragazzini rom, perché i genitori dei primi non accettano che i loro figli dividono lo stesso spazio con i piccoli nomadi in fase di integrazione.

Lei è stata interrota da altri stranieri, che si dicevano integrati, che hanno criticato i rom, addirittura, in modo xenofobo. Una vergogna. Tra di loro anche una brasiliana, come me, Andrea, che ha raccontato una sua esperienza, dicendo che un bambino rom a provato di rubare la sua borsa quando lei era in machina, a Roma. Ha detto che è uscita e ha inseguito il piccolo ladro, minacciandolo. È stata poi, fortunatamente, rimproverata da un vigile e anche, dopo, da due signore rom. Lei era esaltata, gesticolava, condannava i rom, mentre si rivolgeva alla loro rappresentante presente nello studio Rai 3.

Per un attimo ho avuto vergogna di essere brasiliano. Avevo una voglia tremenda di teletrasportarmi e discutere con questa ignorante tizia.

 

Ecco le mie brevi considerazioni:

 

1-    Non è vero, e condanno con tutte le mie forze chi lo dice, che essere rom è sinonimo di delinquente;

2-    L’integrazione in Italia è sì difficile, debole e lenta. Ovviamente capisco che questo fenomeno qui è recente in confronto ai nostri vicini europei, che tra l’altro, diversi dell’Italia, hanno una storia di colonizzazione e di esplorazione, come il Portogallo, la Spagna, la Francia e l'Inghilterra;

3-    Qualsiasi tipo di generalizzazione è un pregiudizio. Non possiamo mai affermare che i rom siano così o meno. A chi invece diffonde e difende questa ridicola e inaccettabile idea, e mette una etichetta su un popolo, come questa stupida brasiliana, suggerisco lo stesso procedimento. Per esempio, potrei dire che tutti gli italiani sono dei mafiosi, xenofobi, razzisti, fascisti, come quelli codardi che hanno ucciso Nicola Tommasoli a Verona per una sigaretta? Assolutamente no! Mai! Amo l’Italia, amo gli italiani. Vi ricordo, cari lettori e belle lettore, che io tra l’altro sono anche italiano. E dei brasiliani? Potrei dire che tutte le brasiliane, per esempio, si prostituiscono? Che cercano dei vecchi italiani per sposarsi? Assolutamente no! Mai, caspita! Ma dai, stiamo scherzando?!

Quando ho vissuto a Verona abitavo con un tipo siciliano vecchio, gay, portatore del virus HIV, che subiva un forte preconcetto dai suoi (siciliani e altri parenti veronesi, lombardi e romani). Un amico che stimo tanto e che mi ha raccontato che per tante volte pensò al suicidio. Senza dire che lo stesso tipo, per soddisfare i suoi bisogni sessuali, cercava a Porta Palio, sempre nella città di Romeo e Giulietta, dei ragazzini stranieri che si prostituivano, tra cui un brasiliano che lo ha derubato. Beh, a Trento, per esempio, conosco dei brasiliani che vengono a studiare, prendono la borsa dell’Opera, nonostante le loro famiglie hanno abbastanza soldi in Brasile, viaggiano in Europa, fanno solo festa, e non studiano niente. Questo è giusto? No! Sarebbe giusto che l'Opera Universitaria di Trento, per esempio, non desse più borse ai brasiliani per questa minoranza di sfruttatori? No!
Senza dire che l’integrazione per i brasiliani in Italia forse è più semplice comparato agli altri immigranti, alla fine siamo in tanti che discendono dagli italiani, e il Brasile è un paese esotico, che attira la curiosità di tanti.

 

Essere e sentirmi italo-brasiliano è una condizione interessante. Voto nei due paesi, mi interesso dei due paesi, amo questi due paesi in modo uguale. Sono un cittadino immigrato e emigrato nei due paesi. E trovo gli stessi problemi di pregiudizio e razzismo nei due paesi.

 

Basta! Adesso vado a dormire. Domani mi sveglio presto e studio.
Questo programma proposto dalla RAI 3 devo valutare come mediocre. E la conduttrice ... aiuto, lasciamo stare.

domenica 29 giugno 2008

Non fare uso di TOSI


Più che arrabbiarmi con i leghisti, o più specificamente con il leghista Falvio Tosi, devo lamentarmi l'atteggiamento degli abitanti di Verona, che lo elessero sindaco. 
La città di Romeo e Giulietta è una delle più belle del nostro paese. Mi ricordo benissimo la prima volta che sono arrivato là. Una fantasia! Non sapevo dove fermare il mio sguardo meravigliato con ogni dettaglio interessante.
Si penso poi che questa incantevole città abbia un sindaco così, mi vieni la voglia di vomitare, di non tornare mai più. Tutto che prima era gustoso si trasforma in nero, il colore della morte, del fascismo, del buio, dei vestiti che indossavano gli assassini di Nicola Tommasoli, selvaggiamente picchiato e ucciso il primo maggio scorso, dai tifosi della curva dell'Hellas (squadra che non indossa nero, ma la sua situazione è oltre ciò, sempre peggio).

L'ultima di Tosi è patrocinare, con i soldi del comune, cioè di tutti coloro che abitano a Verona, ad un'iniziativa ridicola, promossa dai partiti di estrema destra: La presentazione, allo storico bar areniano Liston 12, di un libro che i intitola "Alta finanza e miseria. L'usurocrazia mondiale sulla pelle dei popoli", di Savino Frigiola, stampato dalla controcorrente. 
Ovviamente credo e accetto che la destra faccia ciò che vuole. Siamo una democrazia. Ma non posso mica capire ed accettare che i soldi pubblici sostengono ideali xenofobi, omofobi e con dei pregiudizi etnici.
La prossima volta che vado a Verona, troverò il mio amico Enzo (nome fittizio), un siciliano gay, portatore del virus HIV, anziano, che abita a Verona da sempre e soffre con il pregiudizio dai suoi familiari e co-cittadini, e mangeremo un bel panino in piazza Bra, davanti a questo Liston 12.
Ecco!

mercoledì 18 giugno 2008

Lodato sia il bel calcio italiano


Alberto Aquilani, 22 anni

Forse è la prima volta che scrivo sul calcio in italiano, strano soprattutto per un brasiliano innamoratissimo dello sport più bello del pianeta.
Il calcio in Brasile, il nostro futebol, è quello che meglio definisce la nostra cultura. Più che la Samba, la capoeira, il Rio de Janeiro, la Bossa Nova, la caipirinha, la feijoada. Se vuoi conoscere i brasiliani e quel Paese, deve soprattutto amare il calcio.

Sarebbe come un turista venire in Italia e non andare a Roma o mangiare la pasta.
Vi dico che sono italo-brasiliano anche nel calcio, perciò, ovviamente seguo Gli Europei, e tifo Italia. E cerco di accompagnare le partite con i cari compagni di corso. Bellissimo :-)
Ieri, la partita con la Francia era fantastica. Dico sempre che la nostra squadra è la più forte e, secondo me, vince l'UEFA EURO 2008. Dipende tanto di quello che si può fare il mister Donadoni.

Ovviamente nessun giornalista sarebbe capace di giudicare le scelte dell'allenatore azzurro. Non sappiamo le condizioni fisiche e psicologiche dei calciatori. I cambiamenti però fatti da Donadoni in queste tre partite mi portano a fare delle ipotesi:

1- Lui è bravo, ma forse è troppo presto per allenare una nazionale, così come Dunga alla Seleçao;
2- è un discepolo di Arrigo Sacchi e nelle due prime partite ha fatto proprio quello che farebbe il suo codardo maestro.

Ripeto che la nostra nazionale è fortissima, la più forte dell'Europa. Forse la migliore del mondo. Donadoni non deve ripetere ciò che ha fatto soprattutto alla prima partita contro l'Olanda, con Pirlo, Ambrosini, Gattuso e Camoranesi insieme. Un calcio brutto, pesante, incolore, frigido, senza fantasia e per niente oggettivo. Il AC Milan ci ha provato nel campionato. Non va!

Vi ricordo che nel 1994 l'Italia perse il Mondiale di Calcio negli USA, nonostante aver una squadra molto superiore che quella brasiliana. E perché? Risposta: Sacchi fu codardo! Tra l'altro anche la mia nipote farebbe quel successo con il AC Milan di Marco Van Basten, Ruud Gullit, Daniele Massaro, Mauro Tassoti, Carlo Ancelotti, Franco Baresi, Paolo Maldini, Alberigo Evani e il mister Roberto Donadoni.

Se tutti i nostri calciatori sono in buona forma, partirei con:

Buffon, Zambrotta, Chiellini, Panucci e Grosso; Gattuso, Perrotta, De Rossi e Aquilani; Cassano e Toni (o Borriello).

Ratifico che tutto dipende delle condizioni fisiche e psicologiche di ognuno. Se tutti sono a 100% e Bob Donadoni lascia l'Italia giocare come si deve, sono sicuro che ci saranno delle notti magiche nelle prossime settimane e che vengono Spagna, Olanda o Svezia, Portogallo, Turchia, Germania o Croazia.

venerdì 13 giugno 2008

NAZIROCK - a Trento


Perso tra i miei libri e pensieri che posano a Parigi, vengo da voi per informare sull'esibizione di un documentario che si svolgerà nell'AULA 16, primo piano, della Facoltà di Sociologia dell'Università degli studi di Trento, piazza Venezia, alle ore 21 del 18 giugno 2008.
Il FILM: NAZIROCK, di Claudio Lazzaro.
Un documentario nella destra italiana, con dei giovani contagiati per le idee fasciste. Una triste realtà presente in Italia e addirittura in tutto il mondo, con altri partiti di extrema destra.
75 minuti. 
Per altre informazioni: http://www.nazirock.it/
NAZIROCK, di Claudio Lazzaro
ITA - Documentario
75 minuti
Piazza Venezia - Trento
Mercoledì, 18 giugno 2008
ore 21
Aula 16 - primo piano

giovedì 5 giugno 2008

MANIFESTAZIONE TRENTO


Ciao a tutti!

Domani, venerdì, 6 maggio 2008, grande manifestazione a Trento contro l'intolleranza, il razzismo, la xenofobia, l'omofobia e altre ingiustizie sociali.

Si parte alle ore 17, davanti al Bar PARADISO! Il corteo pacifico prosegue fino alla Piazza Duomo!

Vogliamo cambiare la città. Trento è dei trentini e di tutti coloro che la hanno scelto per vivere, lavorare, studiare eppure fare turismo.
La responsabilità è nostra.
Ci vediamo domani al BAR PARADISO, vicino piazza Centa, alla Blockbuster.

Foto Francesca Landro e Jota Videira (Manifestazione contro l'omofobismo, xenofobismo e il preconcetto - mese scorso a Trento)


mercoledì 4 giugno 2008

OBAMA = BUSH = Johnson = USA = Capitalismo = totalitarismo


I giornali pubblicano la vittoria di mr Barack Obama con una certa speranza per il futuro mondiale. Forse qualcuno crede che sarà l'inizio di una nuova epoca. Gli USA in crisi, le guerre senza giustificativa (una guerra non può mai essere giustificata). Sono, siamo stanchi degli nord-americani, alla fine! La possibilità del presidente nero (oppure come si diceva di ms Clinton, una donna al potere della più forte nazione mondiale). Speranza?
No! Tra l'altro non trovo il diavolo in George Walker Bush. Non trovo lui meno o più buono che Obama, Clinton o John MacCain
Sbagliate, caro lettore e bella lettrice, se pensate veramente che il presidente degli Stati Uniti dell'America abbia così tanto potere e autonomia. No!
Viviamo una crisi peggiore che quella del 1929. Non si nota perché gli abitanti dei paesi ricchi o in via di sviluppo, cioè NOI, non viviamo la fame o carestia. Abbiamo tutto e vogliamo di più. Gli affamati sono sicuramente di più. Si concentrano nei paesi poveri e sono la maggioranza, fatto ignorato dalla minoranza ricca, NOI. Nel 29, cari, questi esseri umani non hanno sentito, provato la crisi mondiale (solo dopo con l'esplorazione dei ricchi). 

Il mondo vive una grossa crisi alimentare. Il riso manca ovunque, tranne nei paesi ricchi. Al Coop di Trento, addirittura è in offerta. La grande depressione decretò la pena di morte ai poveri, con il predominio del NEOLIBERALISMO, il SISTEMA vigente.
Non è Bush, non sarà Obama o McCain, è il SISTEMA.
A chi non è d'accordo e odia Bush, amò Clinton e amerà Obama, ricordo che i "buoni" democratici sostennero le dittature militari in Sud America negli anni 1960. Nel 1961, il 35° presidente nordamericano era il lodato John Fitzgerald Kennedy. Ci provò a dialogare con altri paesi, cioè di fare il capo di stato e cosa accadde? Fu ucciso. Dopo viene un altro democratico, il 36° presidente degli USA, Lyndon Baines Johnson, leader della brigata capitalista e totalitaria nei paesi poveri del globo.

I fatti non cambiano con il presidente della principale potenza mondiale. Chiunque sia il nome, il partito, il sesso, il colore della pelle, la classe sociale.
La crisi c'è. Le crisi ci sono: economica, ambientale, razziale, sociale. Il SISTEMA è il neoliberalismo, che condanna 2/3 della popolazione del pianeta. Te ne freghi? Forse no, alla fine ce l'hai la tua TV, il tuo portatile, il tuo iPod e i tuoi discorsi di parolaio.

God Bless the USA!