sabato 30 maggio 2009

ROULETTE la RUSSA


Bene amici miei,

Oggi sul Corriere, un articolo tipico sinistro. Un giovane anarchico viene fermato dai Body Gard perché, secondo "il protetto", cioè il ministro della difesa, Ignazio La Russa, si è avvicinato dal politico in modo minaccioso, ieri, a Genova. Non ha lanciato nulla, non aveva un arma. Niente, liscio come il buon caffè che prendo alla stazione centrale di Milano. Ma "povero" ragazzo, cosa aveva in mente? Forse uccidere questo noto uomo? Sarebbe stata una crisi, lutto ufficiale mondiale. Tutti i giornali del pianeta: La Roulete Russe in Italie, Italy, Italien, Itàlia, Italia. Probabilmente l'intenzione era dire due, tre paroline poco amabile (ma meritate però!) al celebre ministro.

Il tipo è stato aggredito in modo esagerato e violento dagli uomini di La Russa, nonostante la presenza dei giornalisti (tra l'altro, l'immagine non è mia, ma di un fotografo del Corriere). E poi, come si può interpretare della foto, il tizio già caricato e con le mani immobilizzate, becca un pugno codardo e criminoso dal senatore PDL Giorgio Bornacin. Vergogna.

Devo commentare qualcos'altro?


mercoledì 27 maggio 2009

Impeachment Subito!

Questo Blog è a favore e impegnato all'Impeachment di Silvio Berlusconi, cioè  il rinvio a giudizio del Primo Ministro italiano per la sospetta di aver commesso determinati illeciti nell'esercizio delle sue funzioni.

La nuova ragazza di Silvio Berlusconi - Video YouTube

Noemi Letizia in Berlusconi - ECCO IL VIDEO

DUCE SILVIO BERLUSCONI - peggio di Mussolini

Baleful influence of Burlesque cronies

Published: May 26 2009 20:12 | BY FINANCIAL TIMES

Fascism is not a likely future for Italy. That is worth saying, because it is being forecast. Many assume that the financial crisis plus Silvio Berlusconi equals a return to fascism. It did, after all, start there.

But that is an unlikely outcome now. Italy in the early 1920s, when Benito Mussolini rose to power, was reeling from a brutally Pyrrhic victory over the Austrians in 1918, the degradation of the political class and a rising threat from leftwing totalitarianism. Mr Berlusconi is clearly no Mussolini: he has squads of starlets, not of Blackshirts.

The real dangers lie elsewhere. Over the 15 years of his political career – always as prime minister, or as leader of the opposition – he has had a largely untrammelled opportunity to shift the national mood rightwards. This he has done not by crude propaganda but by a steady concentration on glitz, glitter and girls and a hyperbolic style of media-geared rhetoric that sees all opposition as communist and himself as a victim.

Now, as hard questions are posed on his relationship with a teenage would-be starlet – first raised by his wife – he has turned on the most obstinate questioner, the left-of-centre daily La Repubblica, issued a veiled threat through an associate and sought to render the questions invalid because politically tainted.

He has shown equal belligerence towards magistrates who judged he had bribed the British lawyer David Mills (to avoid corruption charges) – calling them “leftwing activists” – even though parliament has made him immune from prosecution.

Still dissatisfied even with such a useful parliament, he has called it “useless” and said it should be drastically reduced to 100 members, while his powers increase. He has sought to rouse the masses in his favour, by encouraging a “popular initiative” to collect the required 500,000 signatures for the measure.

But the danger of Berlusconi is of a different order to that of Mussolini. It is that of media sapping the serious content of politics, and replacing it with entertainment. It is of a ruthless demonisation of enemies and refusal to grant an independent basis to competing powers. It is to place a fortune at the service of the creation of a massive image, composed of assertions of endless success and popular support.

That he is so dominant is partly the fault of a faltering left; of weak and sometimes politicised institutions; of journalism which has too often accepted a subaltern status. Most of all it is the fault of a very wealthy, very powerful and increasingly ruthless man. No fascist, but a danger, in the first place to Italy, and a malign example to all.

Le fascisme n'est pas un futur probable pour l'Italie. Cela vaut la peine de dire, parce que il est prévu. Beaucoup supposent que la crise financière et Silvio Berlusconi équivaut à un retour au fascisme. Il n'a, après tout, commencer là. 

Mais ce résultat est peu probable maintenant. L'Italie au début des années 1920, lorsque Benito Mussolini au pouvoir, a été ébranlé par une brutalement la Pyrrhus victoire sur les Autrichiens en 1918, la dégradation de la politique classe et une menace croissante de gauche, le totalitarisme. M. Berlusconi est 
manifestement pas de Mussolini: il a des escadrons de starlettes, pas de Blackshirts. 

Les vrais dangers sont ailleurs. Au cours des 15 années de sa carrière politique - Toujours en tant que Premier ministre, ou en tant que leader de l'opposition -, il a eu un en grande partie libre de la possibilité de déplacer la droite nationale humeur. Ce qu'il a fait non pas en brut de la propagande, mais par une concentration constante sur paillettes, paillettes et filles et un style hyperbolique de la rhétorique des médias orientés qui voit tout comme l'opposition communiste et lui-même comme une victime. 

Aujourd'hui, alors que des questions sont posées sur sa relation avec une adolescente être serait-starlette - soulevée pour la première fois de son épouse - qu'il a tourné sur les plus obstiné question, la gauche du centre-quotidien La Repubblica, a publié un menace voilée par le biais d'une association et a cherché à rendre les questions valable parce que politiquement corrompus. 

Il a fait preuve d'agressivité envers l'égalité des magistrats qui ont jugé qu'il avait soudoyé l'avocat britannique David Mills (pour éviter les accusations de corruption) -- les qualifiant de «militants de gauche" - même si le Parlement a fait de lui l'abri de poursuites. 

Toujours insatisfait, même avec un tel parlement utile, il a appelé "Inutile" et a dit qu'il devrait être considérablement réduit à 100 membres, tout en ses pouvoirs augmenter. Il a cherché à mobiliser les masses en sa faveur, par encourager une "initiative populaire" pour collecter les 500.000 signatures pour la mesure. 

Mais le danger de Berlusconi est d'un ordre différent de celui de Mussolini. C'est que les médias de saper le sérieux du contenu de la politique, et en le remplaçant par le divertissement. Il est d'une impitoyable diabolisation de ennemis, et le refus d'accorder une base indépendante de la concurrence de pouvoirs. Il est de mettre une fortune au service de la création d'une grande image, composé d'affirmations sans fin de succès et de soutien populaire. 

Cela est si dominante, il est en partie la faute d'un essoufflement à gauche, de la faiblesse de et parfois politisée institutions; de journalisme qui a trop souvent accepté un statut subalterne. La plupart de tous c'est la faute d'un très riche, très puissant et de plus en plus impitoyable homme. Pas de fasciste, mais un danger, en premier lieu à l'Italie, et un exemple pour tous les calomnier.

martedì 26 maggio 2009

Sostiene Berlusca



La mia avventura in Francia è italiana. Da quando sono venuto a cercare casa fino alla fine di quest'anno accademico ho vissuto, parlato, litigato, manifestato, riso, uscito, mangiato, ospitato soltanto italiani. Mi sono divertito tantissimo. Ho conosciuto - e ho scoperto tra quelli che già conoscevo - delle persone fantastiche, e altre che avrei preferito non conoscere o frequentare.

Essendo italiano e nello stesso tempo straniero ho la fortuna di analizzare coscientemente e incoscientemente, sia come sociologo, che giornalista, alcuni aspetti della "nostra" cultura. Potrei, volendo, scrivere un articolo scientifico sulle mie osservazione. Forse lo farò, forse no.

Il mio intuito però in questo post, che arriva già al suo terzo paragrafo, è sottolineare una sola  caratteristica di questo ampio cerchio di oltre 250 giovani (tra 20 e 36 anni), formato dalla maggioranza studentesca, con qualche macchio di precari e lavoratori: A tutti dispiace il fatto di Silvio Berlusconi sia il nostro primo ministro. Infatti, anche a me. Tanto!

Mi sono reso conto che alla gran parte di questo gruppo, Berlusconi sia il male incarnato, non per la sua piattaforma/ideologia politica, ma per il suo controverso personaggio e le sue abituali cavolate. Periodicamente i media pubblicano qualche perla del cavaliere, che sicuramente sarà uno dei argomenti da essere discussi negli incontri tra il popolo dantesco. "Hai visto l'ultima di Berlusconi?", è la frase che settimanalmente devo acoltare. Lasciamo perdere allora il mare dei video, testi, gruppi e frasi pubblicate sulla bacheca di  Facebook: "SFIDA: STIAMO CERCANDO 20 MILIONI DI ITALIANI CHE NON VOTERANNO BERLUSCONI"; "Sorry Barack for our prime minister.. Obama scusa, Berlusconi è un coglione"; "IO MI VERGOGNO DI ESSERE RAPPRESENTATO NEL MONDO DA SILVIO BERLUSCONI!", ecc.

Devo confessarvi che sono annoiato e non mi va più parlare male di Silvio Berlusconi nel ruolo di principe cafona che non smetterà mai di mettere in imbarazzo gli italiani per le sue cazzate (scusate il termine). Non me ne frega niente se scopa una diciottenne, se ha tradito e lasciato la moglie, se ha fatto la chirurgia plastica, se porta la bandana, se non parla una lingua straniera, se urla davanti la regina inglese, se parla al telefono mentre la Bundeskanzler tedesca Merkel lo aspetta, se ci prova con tutte le donne carine, se dice che Obama è abbronzato e Fredrik Reinfeldt è candido. Anche la bella Beatrice Borromeo ha ripetuto le cretinate del premier nel suo giusto sfogo contro la censura dalla Rai2 (Lascio qui, come giornalista, sociologo e cittadino, la mia solidarietà a Beatrice). Ovviamente tra i tanti bizzarri prodigi berlusconiani ci sono alcuni inaccettabili, come quando diede di «Kapò» al tedesco Schulz, per esempio. Il problema è che, almeno qui a Parigi, quando esco - per fortuna poche volte - con alcuni italiani, l'argomento "Hai visto l'ultima di Berlusconi?" viene ad interrompere il momentaneo, ma piacevole,  silenzio della pausa sigaretta. E poi la dinamica è sempre la stessa. 

"Hai visto l'ultima di Berlusconi?"
"Beh, chi non ha visto?!"
Poi, nonostante entrambi hanno la conoscenza del fatto, si racconta lo stesso. Gli altri attorno si aggiungono e cominciano a ricordare tutte le sue prodezze. Ridono, si lamentano e finisco le sigarette prima di tornare a parlare degli esami, di lavoro o male della gente. CHE NOIA! Tutto ciò inutile, giacché metà degli italiani sostiene questo personaggio intrigante, che è il primo ministro dell'Italia. La mia tesi è che alla fine, senza sapere, anche i giovani universitari, precari e lavoratori (citati nei paragrafi precedenti) che formano i piccoli cerchi per ricordare le fesserie di Berlusconi, sì, anche loro, sostengono l'attuale governo. 

Qualcuno mi dà di pazzo o incoerente? Mi spiego: L'opposizione legittima la democrazia (sistema che secondo me, in Italia, è quasi inesistente). Qualcuno mi potrà chiedere: "E allora, dobbiamo stare zitti? Non dire niente e accettare passivamente il governo Berlusconi?".

"No! "

Però insisto che le critiche che procedono da questi miei pochi compagni sono inutili e inefficaci. Parolai impegnati ognuno con i cavoli propri, sia con lo studio, che con il lavoro, preoccupati soltanto con il loro futuro, della serie cosa farò e cosa avrò "da grande". Poi, nel momento di sfoghi, danno la loro contribuzione per il mantenimento del sistema neoliberale, criticando il personaggio Silvio Berlusconi. Hanno un atteggiamento arrogante, criticano le persone che pensano o si comportano in modo diverso. Ma non vanno oltre i discorsi, perché vivono sotto la mediocrità, orgogliosi dei loro titoli di studio, professioni, lingue parlate. Pensano solo al loro benessere, al loro futuro, nonostante due volte all'anno si dimostrano sensibile e coinvolti con la società, partecipando alle manifestazioni contro il governo, l'omofobia, razzismo, fascismo, ecc. "Oh, come siamo bravi! Facciamo anche la divisione dei rifiuti". 

Non posso dire che questi siano ipocriti, no, non è questo! L'unica cosa che penso è che, senza accorgersi, mantengono la potenza del neoliberalismo.

All'inizio di quest'articolo ho espresso la mia noia con l'argomento Berlusconi. Vi spiego. Silvio Berlusconi forse è attualmente il principale personaggio politico del mondo capitalista occidentale. Non esiste un altro come egli. Obama, come i suoi antecessori, ha gli Stati Uniti alle spalle. Silvio é Berlusconi e basta. Un uomo di potere. Le mie critiche verso di lui sono durissime. Per me è inconcepibile che un magnate dei mass media sia allo stesso tempo il Capo del governo di un Stato democratico. Tra l'altro, secondo me, un magnate dei Media è già un problema. 

Però in questo momento la presenza di Silvio Berlusconi al governo non è diversa di quella che fu di Prodi, per esempio, o che sarebbe stata di Veltroni. No, assolutamente! L'Italia, così come gli altri membri UE devono seguire una strada, quella del neoliberalismo

Un piccolo esempio che sostiene il mio argomento é il "NO GELMINI"! Una grossa onda di studenti si è mossa. Addirittura alcuni compagni italiani in Francia volevano rientrare in patria madre per partecipare ai cortei. Pure qui a Parigi si fece un presidio il 14 novembre 2008, con circa 300 persone. Fu molto bello, e poi?! Cosa è cambiato?

Gli studenti sono tornati ai libri, ai happy hours e, soprattutto, alle pause sigaretta, con i soliti discorsi e ricordi già manifesti in questo testo. Tutti preoccupati con gli esami, con la media dei voti, con la tesi, con i propri ombelichi, mentre le riforme dell'istruzione avanzano come pianificato, non dalla Gelmini o da Berlusconi, ma dall'UE, dal neoliberalismo. Le proposte all'Università della Gelmini sarebbero le stesse se il governo fosse un altro, e se il ministro dell'istruzione fosse Luigi Berlinguer o Giuseppe Fioroni. 

Dal NO GELMINI PARIS è nata l'Onda Europea. Sono dei giovani studenti, ricercatori, professori, professionisti che riescono andare oltre di commentare i discorsi impropri di Berlusconi. Studiano, lavorano tanto, si divertono e nello stesso tempo si mantengono impegnati contro il sistema vigente. Sono delle ragazze e dei ragazzi che si preoccupano con la situazione politica italiana, europea, globale, perché capiscono ormai che separarli, inoltre essere inutile e stupido, è uno spreco di energia. Non potrei dire che sono e sarò sempre d'accordo con tutto proposto dell'Onda, ma hanno il mio rispetto, perché non si limitano a criticare le "bravure" di Silvio Berlusconi.

Concludo dicendo che nemmeno a me Berlusconi piaccia. Per niente, però mi infastidisce il fatto che alcuni giovani italiani si perdono nelle critiche banale e normale a questo soggetto, ma paradossalmente non fanno altro che sostenerlo, con un atteggiamento neoliberale, egocentrico, egoista e sotto la mediocrità, non fregandosi alle questioni politiche e ai punti cruciali del governo e del sistema non solo italiano, ma europeo e globale.

Il governo italiano è una vergogna. Sarebbe comunque con chiunque al ruolo di Capo dello Stato. Certamente che la presenza di Berlusconi peggiora di bruto  la situazione, ma fermarsi alle critiche che si riferiscono al suo personaggio, ripeto, è inutile. La nostra lotta deve essere continua, contro di lui, ma soprattutto contro il Sistema.

Bibliografia:
SEVCENKO, N. A Corrida para o Século XXI - No loop da montanha-russa. Companhia das Letras, Sao Paulo, 2001.
LUHMANN, N. Die Kunst der Gesellschaft, PAULUS, Muench, 1996
DAL LAGO, A. e DE BIASI, R.. Un certo sguardo - Introduzione all'etnografia sociale. Laterza, Milano, 2006

sabato 2 maggio 2009

L’ONDA EUROPEA OCCUPA IL COMUNE DI PARIGI


Foto 1


Foto 2



Chi semina miseria raccoglie la rabbia


Parigi: un primo maggio di lotta. Dopo un corteo cha ha visto sfilare fra oltre un milione di persone , secondo quanto riferito dalla CGT, principale sindacato francese; 150 studenti e studentesse dell’onda europea hanno occupato l’Hotel De Ville, sede del Comune della capitale Francese, generalizzando lo sciopero che oramai da mesi ha bloccato le principali Università Parigine. Noi non paghiamo la vostra crisi: questo lo slogan urlato dagli occupanti che per circa un’ora si sono riuniti in assemblea nell’aula consiliare del comune di Parigi per ribadire lo loro contrarietà alle riforme dell’educazione in Europa, avviate dal Processo di Bologna nel 1999 e che hanno prodotto un continuo degrado della formazione e della ricerca pubblica. “Oggi è una grande sera. Non possiamo fermarci finché le politiche promosse dal Processo di Bologna non vengono abbandonate”, ha gridato una studentessa, seguita dagli applausi e del coro in unisono da parte degli occupanti: “No, no, Bologna no!”.

L’azione è stata organizzata dell’Onda Europea, ed è partita alle ore 21, in occasione del cambio di guardia all’ Hotel de Ville, a cui è seguita l’invasione in massa e in cordone del palazzo comunale. La polizia ha reagito immediatamente circondando l’edificio e sgomberando gli occupanti dopo circa un’ora alla presenza del Prefetto di Parigi, Daniel Canepa, che ha agito in qualità di moderatore. Dopo lo sgombero è seguito un corteo per le vie della città, scioltosi poco dopo nella piazza antistante il comune di Parigi.

"Credo che questa sia stata la seconda occupazione di tutta la storia del comuni parigino . Non ci fermeremo". commemora Mattia, studente Erasmus a Parigi, dell'università di Firenze, uno dei 30 italiani che parteciparono dell’occupazione.



Redattori: Jota Videira e Stefano Crabu

Foto: Jota Videira (Foto 1: Momento dell'invasione; Foto 2: Studenti nell'aula consiliare al l'Hotel De Ville, Parigi)