lunedì 28 aprile 2008

Beppe Grillo e il V2 Day

Beh, adesso come extraparlamentare e delusissimo per gli altri 96% circa di italiani che votarono nelle ultime elezioni, devo cercare dei commenti interessanti mentre aspetto la fine di questi prossimi cinque anni pesanti.

Il primo che faccio è sul V2-Day.    

Beppe Grillo suggerisce tre importanti referendum (specificati nel suo sito www.beppegrillo.it). Sono d'accordo con lui,  faccio però alcune considerazioni:

Referendum 01 - L'abolizione dell'ordine dei giornalisti in Italia. Ecco, d'accordo, alla fine l'Albo dei giornalisti fu creata da Mussolini e sostiene una Stampa sotto la mediocrità. 

Ovviamente sono a favore della creazione del Consiglio dei Giornalisti, che dovrebbe occuparsi non delle critiche al governo o chiunque, ma controllare l'imprudenza, la passionalità, il pregiudizio, la xenofobia dei giornalisti e dei veicoli di media. 

Se un medico sbaglia e uccide una persona deve rispondere per questo. L'irresponsabilità di un giornalista magari non arriva ad ammazzare un essere umano, può però contribuire a corrompere un individuo e la società.

La Stampa italiana è una vergogna. Bravi scrittori, devo ammettere, ma per niente responsabili e adatti a questa importante professione.

Perciò difendo la tesi che per essere GIORNALISTA si deve obbligatoriamente studiare il giornalismo in università. Un corso specifico per preparare il futuro professionista. Io non ci andrei mai da un medico non laureato, perché devo leggere un giornale con delle stupidate scritte da un cretino, che forse sia pure intelligente, ma non ha le facoltà minima necessaria per esercire il mestiere che sarebbe soltanto INFORMARE in modo IMPARZIALE, IMPERSONALE e NON PASSIONALE?

Emilio - mal - Fede non potrebbe mai essere un giornalista. Potrebbe scrivere i suoi libri, racconti, fare dei film e leccare il culo a voglia, ma MAI condurre un telegiornale.

Referendum 02 - Finanziamento pubblico all'editoria. Qui sono parzialmente d'accordo con Beppe Grillo. Secondo me l'idea di finanziare l'editoria sarebbe interessante se il vero giornalismo esistesse in Italia. Altrimenti le pubblicazioni più piccole che non ci arrivano al minimo di coppie necessarie per attirare l'attenzione degli sponsor e così mantenersi, sarebbero tutte chiuse. Il Manifesto, per esempio, probabilmente avrebbe pochi anni di vita. Così come alcuni giornali provinciali. 
Sarebbe terribile arrivare in edicola e scegliere tra Corriere e Repubblica, e nel caso peggiore: Il Giornale, Il Messaggero, ecc. 

Poi se penso che il finanziamento pubblico alle editorie sostengano tipi schifosi come Ferrara, Feltri, Polito allora devo ammettere che Beppe ha ragione, senza dubbi!
Beh, in questo caso ratifico ciò che ho scritto sopra: Il Consiglio dei Giornalisti, che tra l'altro dovrebbe pure giudicare le pubblicazioni dal punto di vista etico-pragmatico. Non potrebbe mai finanziare dei giornali parziali, religiosi, politici e appartenenti ad un'opinione specifica.

Referendum 03 - NO alla Legge Gasparri (http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Gasparri) Bah, sono TOTALMENTE d'accordo con Beppe Grillo! Darei la mia vita per lottare contro questa legge assurda! L'Italia è l'unico paese occidentale dove un MAGNATA dei mezzi di comunicazione può essere anche il primo ministro. Oltre ad aver anche il controllo della rete pubblica di TV. Stiamo scherzando? 
In paesi come gli Stati Uniti, Inghilterra, Brasile, Argentina, Venezuela, Francia, Olanda, Germania dove la Stampa e i Media sono detti pragmatici, si notano tanta parzialità, passionalità. Figurati in Italia, dove il giornalismo non esiste?! 

Sarei con Beppe Grillo nei TRE referendum. L'Italia deve cambiare. Sono a favore però della creazione del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, con presidenza biennale, eletta dai professionisti, sotto la valutazione del Potere Giudiziario (anche questo è da cambiare tutto!) e dai cittadini, e non dal governo o degli sponsor. E  sostengo anche la regolarizzazione della professione del giornalista.

martedì 15 aprile 2008

L'Italia in caos / A Itàlia no caos

Francamente sono stato deluso con le elezioni italiane. Come già previsto Berlusconi torna al potere. Due situazione per tenere conto: il successo inatteso della Lega Nord e la caduta della sinistra. 

Adesso non posso fare dei commenti perché tra poco ce l'ho un esame da sostenere. Anticipo che i partiti diti di sinistra devono rivedere il loro atteggiamento e strutture, con un programma reale, serio e concreto. Sono delle cose che sinceramente mancano. Nonostante ciò ho votato l'Arcobaleno.
Sull'economia non credo che Berlusconi potrà seguire una strada diversa di quella già stabilita nel settore mondiale. Sarebbe lo stesso con Veltroni. I problemi del nuovo governo sono quelli che riguardano l'educazione, la cultura e la parità sociale. 

Torno dopo con un'analisi politica studiata. Adesso mi tocca lamentarmi insieme ai miei compagni di corso (povera Erica, è propria triste!) e studiare.

Versione in portoghese / Versào em Portugués:

Francamente sou desiludido com as eleiçòes italianas. Como jà previsto Berlusconi retorna ao poder. Duas situaçòes merecem atençào: O sucesso inesperado do partido de extrema direita Legga Nord (Liga norte, que privilegia a regiào norte e rica do paìs, além da xenofobia e do federalismo) e a ausència da esquerda.

Nào faço comentàrios no momento porque tenho um exame logo mais. Antecipo que a Esquerda Italiana precisa rever seus conceitos e estrutura, com um programa real, sério e concreto. Coisas que faltam. Apesar disso votei Arcobaleno (Partido do Arco-ìris).
Sobre a Economia nào creio que Berlusconi poderà fugir daquilo determinado pela ordem mundial. Seria o mesmo com Veltroni. Os principais problemas com o novo governo sào referentes à Educaçào, Cultura e paridade social. 

Volto logo mais com uma anàlise polìtica estudiada. Agora fico com as lamentaçòes junto aos meus colegas de curso (pobre Erica, é realmente triste) e com os estudos.


domenica 13 aprile 2008

NELLA MERDA SE SILVIO C'é

Ma che schifo, veramente!

Porca miseria, siccome non ho la TV - per fortuna - non avevo visto gli spot pubblicitari, o meglio, le propagande politiche dei partiti italiani per la presente elezione. Oggi solo ho avuto il dispiacere di guardare queste perle mostruose.

Amo l'Italia. Beh, sono nato a San Paolo, ma ho scelto di vivere qui. Amo questo paese. Da Gela a Sarentino, tutto mi piace. Amo anche gli italiani, ma sono cosciente che il bel paese non è il paradiso, nemmeno l'inferno (che sarebbe anche interessante). L'Italia è il purgatorio. Ecco, ho trovato una definizione per l'Italia. Non è l'inferno perché manca qualcosa ancora, per esempio le buone e calde feste brasiliane o la piacevole libertà olandese ;-) Che peccato.
Gli italiani devono convivere con delle pene pesanti: 1- Berlusconi; 2- la Mafia; 3- La TV!
E i due primi sono da morire. La TV forse è ancora peggio. Conosco praticamente le TV di tutto il mondo. Ho trovato delle cose molto carine. Confesso che la maggior parte invece fa addirittura cagare. Ma come la TV italiana - aiuto - non esiste! Schifosa, povera, fatta da incompetenti rincoglioniti. Dai programmi agli spot. Terribile.

Ogni volta che guardo penso se sarebbe possibile fare ancora peggio. Ecco, la risposta è sempre positiva. Ratifico la mia felicità per non aver una TV a casa! E adesso con le elezioni i candidati, che non sono per niente distinti della TV italiana, hanno il coraggio di veicolare degli spot al di là di essere cretini!

Va beh, sono d'accordissimo che gli spot elettorali sono tremendi in tutto il mondo. Ma questi che ho visto tramite youtube battono il record assoluto (Li potete vedere se fate click sui link).

Comincio la mia critica con il peggiore. Walter Veltroni e il PD con "I'M PD", nel ritmo del hit degli '80 YMCA, dei Village People. Terrificante!

Poi ... quello di Silvio Berlusconi e il PDL.  Accidenti, solo il fatto di Berlusca, il malfattore,  poter concorrere come primo ministro già è sinistro e inaccettabile, ma loro non contenti hanno voluto fare la situazione ancora più macabra con "Meno male che Silvio C'è". Per Piacere!!!!!!!!!!! Ma come ce l'hanno fatta?! Non capisco nemmeno quelli giovani che si prostituiscono quando partecipano a questo videoclip ridicolo, sia per il contenuto, che per la tecnica precaria.

Finisco con quelli meno terrificanti, ma comunque trascurati della Sinistra Arcobaleno e della Sinistra Critica

Beh, basta! Domani si vota! Spero non dover cantare "Nella merda se Silvio c'è!"

Buona notte e in bocca al lupo, Italia mia.

Si studia, si vota e si tifa contro la Cacca Silvio


Weekend pieno. Il cielo a Trento City è grigio.

Cerco di studiare Goffman - Il comportamento in Pubblico - e Boudon - il posto del disordine.

I miei pensieri nelle pause sigarette che faccio invece sono a Paris. Tanta cosa da vedere, sistemare, fare.

Inoltre si vota qui in Italia. Vado domani. La mia prima elezione. Difficile la scelta perché gli opzioni non esistono. Mi punto sull'Arcobaleno, nonostante non essere d'accordo pienamente con loro e trovarli rasi politicamente come una pozzanghera tre giorni dopo una debole pioggia. Spero e credo che Berlusconi non torni al potere. Beh, è ben vero che anche Veltroni mi fa cagare, ma il cavaliere Silvio è peggio che il proprio escremento.


mercoledì 9 aprile 2008

Le lacrime del coccodrillo



George Walker Bush piange al consegnare la medaglia di onore alla moglie di Michael Monsoor, ufficiale dalla marina nordamericana morto a Ramadi, nell'Iraq, dall'esplosione di una granata. L'atto di Monsoor, secondo i giornalisti inviati, ha salvato i suoi compagni.
Mi chiedo il perché delle lacrime di Bush. Sarebbe per vergogna all'affrontare la vedova? Perché era veramente emozionato? Per la tristezza di sapere che uno dei suoi fedeli ha salvato gli altri con la propria vita, per una causa stupida? 
Monsoor probabilmente non era un comunista che sognava con una società giusta. Forse il suo ideale era difendere la patria di Dio. Non lo so, non vorrei speculare di più. Lui è stato forte e degno di riconoscimento e lode. Non lo so se sarei capace. Forse no! I miei ideali sono probabilmente diversi dai suoi. Forse non sarei mai andato d'accordo con lui, però è da ammirarlo, se è successo realmente quello che è stato pubblicato.
Le lacrime bushiane invece mi fanno schifo.
Adesso vado a mangiare e poi torno da Goffman.

venerdì 4 aprile 2008

La cronica malattia dell'Educazione in Brasile

Testo bilingue (Italiano e Portoghese) 
Texto bilingue  (Italiano e Potuguès)

Questo articolo è diventato lungo. Faccio perciò un riassunto in italiano e l’altro in portoghese. Poi segue l’integra sempre nella lingua dantesca.

Riassunto in italiano: Il Ministero dall'Educazione e Cultura brasiliano (MEC) ha appena pubblicato i risultati dell'esame nazionale delle scuole superiore, l’Enem.

Secondo la pubblicazione le medie dei ragazzi che studiano nelle più costose scuole private, che appartengono ad una minoranza, sono molto superiori agli altri. Nell'elenco, tra le prime 20 migliori scuole della classifica ci sono soltanto due pubbliche, federali per essere più preciso. Tutte le altre sono private o dalla cattolica, che comunque sono costosissime e raggiungibili soltanto dai ricchi.

Un problema cronico nato ancora nel periodo della dittatura militare e sostenuta dai governi “democratici” succedenti.

La situazione peggiora all’arrivo all’università. I ricchi che studiarono nelle costose scuole private accedono più facilmente alle  migliori università pubblica e gratuita. I poveri e i miserabili che invece frequentarono la superiore pubblica e sotto la mediocrità invece devono per forza andare delle università private, costose e molto peggiori di quelle private.

Gli studenti dunque delle università private non devono lavorare per mantenersi e possano studiare bene, fare degli stage e l’Erasmus, preparandosi meglio alla futura vita di professionista. Mentre alle costose università private arrivano coloro che studiarono nelle scuole pubbliche, i poveri e i miserabili. Studiano e lavorano simultaneamente e non posso permettersi di fare un stage o altri programmi accademici.

Ingiustizia!


RESUMO EM PORTUGUES (riassunto in portoghese): A ùltima publicaçào do Enem comprova o grande abismo social-econòmico brasileiro. Os ricos que puderam pagar as caras escolas particulares obtiveram as melhores médias e as vagas nas melhores universidades pùblicas, onde poderào aproveitar a estrtura oferecida, fazer estàgios e chegarem ao mercato de trabalho mais preparados.

Enquanto os pobres estudantes da rede pùblica devem por força estudar nas universidades particulares e trabalhar muito para paga-la. Nào podem fazer estàgios, nem aproveitar bem a vida acadèmica. Ao final sào menos preparados que os privilegiados que pagaram a escola particolar e venceram as vagas na pùblica.

Este problema è crònico, com inìcio na ditadura militar e mantida nos demais governos ditos demogàficos, principalmente pelo PSDB de Fernando Henrique, Covas, Montoro, Alckimin e Serra.

Injustiça!

 

 

 

Testo in Italiano

Nell'ultimo rapporto appena pubblicato dal Ministero dall'Educazione e Cultura brasiliano (MEC) con i risultati dell'esame nazionale delle scuole superiore sostiene la problematica dal settore e comprova il largo abisso economico-sociale del paese.

 

Tra i 20 migliori disimpegni generale, per esempio, appaiono 18 scuole private o dalla cattolica, che comunque sono costosissime e raggiungibili soltanto dai ricchi. Soltanto due sono federali. La classifica è basata nelle medie negli esami realizzati con tutti gli studenti dell'ultimo anno. Gli istituti pubblici, soprattutto quelli statali, cioè di responsabilità di ciascuno dei 27 stadi brasiliani, hanno ottenuto dei risultati catastrofici (senza esagero) e si mantengono alla coda dell'elenco. 

 

Secondo la pubblicazione le medie dei ragazzi che studiano nelle più costose scuole private, che appartengono ad una minoranza, sono molto superiori agli altri.

 

Ovviamente devo per forza essere parziale e giudicare la situazione triste e disastrosa. 

Ai cari lettori e belle lettore che leggono il mio blog scritto con un italiano fast food, vi faccio presente un gran problema: Il sistema brasiliano per l'accesso all'università funziona in un modo ingiusto. In Brasile chi ha dei soldi ha più possibilità de averli sempre e così mantenere un sistema sporco che privilegia la minoranza. Chi non li ha, invece deve sopravvivere giorno dopo giorno. 

 

In Brasile le scuole pubbliche sono la maggioranza e aggruppano la gran massa appartenente alla classe meno privelegiata della popolazione, i poveri o addirittura i miserabili. L'insegnamento offerto però è non arriva nemmeno alla mediocrità. Gli insegnati di queste hanno un stipendio da fame, i palazzi sono senza cura, e la struttura offerta è precaria.

Le private invece offrano una buona o soddisfacente struttura ai loro studenti, che devono e possano pagare - e tanto - per usufruire tutto ciò. 

 

Il fatto peggiora quando questi ragazzi e queste ragazze vogliano fare l'università. In Brasile è necessario fare un altro esame graduatorio per accedere ad un corso universitario. Inversamente di quello che succede alla scuola superiore, i migliori istituti sono quelli pubblici, che tra l'altro sono gratuiti. La concorrenza è pesante e sleale. Per esempio, per ogni posto del corso di giornalismo dall'Università di San Paolo ci sono 50 persone circa. E chi riesce ad ottenere uno dei questi preziosi posti? Vi lo dico, coloro che hanno potuto pagare e studiare nelle scuole private. Cosa succede allora con la maggior parte dei ragazzi che non hanno avuto il privilegio di appartenere ad una famiglia privilegiata economicamente, perciò hanno studiato in una scuola pubblica e vogliano seguire la carriera accademica? Ecco, devo rivolgersi alle università privata, che sono più costose che qualsiasi istituto italiano. E come fanno a pagare le tasse, se non avevano dei soldi già prima? Lavorano, e così non ce la fanno ad usufruire bene il percorso di studio, non possano fare l'Erasmus o il tirocinio. Non riescono ad avere delle esperienze nei campi che hanno scelto e poi quando riescono, dopo gran sacrificio, ad ottenere la laurea, difficilmente riescono ad accedere al mercato di lavoro nella carriera che hanno scelto.

Paradossalmente invece gli altri che sono stati da sempre sponsorizzati dai genitori, che hanno goduto e approfittato bene tutta la struttura di una scuola privata alla superiore,  ovviamente con più ricorsi, prendono quasi tutti i posti offerti dalle pubbliche. Non lavorano e possano usufruire bene il periodo di studio, compreso il tirocinio e gli stage. Arrivano al dopo laurea con un curricolo più competitivo che la maggioranza che ha dovuto studiare nelle private, e prendono i posti juniors nelle imprese più ricercate.

 

Il problema dall'educazione brasiliana è cronico da oltre 20 anni. Se la dittatura militare rovinò il sistema educativo dall'elementare all'università, l'attuale neoliberalismo invece lo ha proprio ucciso. 

 

Per capire la situazione facciamo un breve riepilogo dalla storia attuale politica brasiliana.

Il regime militare finì nel 1985. La prima elezione diretta a presidente era nel 1989, quando fu eletto Fernando Collor de Mello, un repubblicano, burattino degli States. Accusato di corruzione lasciò il governo al suo vice, Itamar Franco. In questo periodo il mercato esterno fu aperto, cosa che non sarebbe male se fosse pianificata bene. Gli organici pubblici non erano preparati, sia burocraticamente che tecnologicamente. Lo stesso con i piccoli imprenditori privati e le scuole pubbliche.

 

Il ministro dell'economia di allora era il sociologo Fernando Henrique Cardoso (FHC), del Partito dalla Sociale Democrazia Brasiliana (il PSDB), che poi è diventato presidente affiancato dai liberisti (PFL, oggi chiamati democratici il DEM). La moneta fu cambiata a REAL, con l'indice al dollaro nordamericano, che privilegiò e privilegia i banchi e le grandi corporazioni stranieri. Conclusione: il sistema pubblico in tutte le aree è fallito.  Il governo invece di ristrutturare il settore pubblico decise per la privatizzazione. Siccome l'educazione è un diritto costituzionale rimane sotto la responsabilità dello Stato. Una catastrofe.

 

L’attuale governo di Luiz Inacio LULA da Silva  è riuscito cambiare qualcosa. Programmi come la Borsa Scuola e il ProUni aiutano timidamente i poveri che voglio studiare. Sì che è importante e meglio di tutto che fu fatto prima. Non è abbastanza ancora. C’è da fare.