lunedì 27 ottobre 2008

L'Italia neoliberalista

Mi fa troppo male al cuore non poter esserci in Italia adesso. Al punto di non riuscire a godere il fascino parigino.

Vorrei essere di fianco, insieme ai miei compagni e agli altri studenti che protestano contro i decreti 133/137, conosciuti ormai come "legge Gelmini"*. Non solo per il piacere di fare una protesta, rivendicare qualcosa, come una delle mie amiche italiane a Parigi! No, assolutamente no! In questi giorni mi dimentico che sono brasiliano. Prendo soltanto la mia metà italiana e soffro con l'atteggiamento irresponsabile del governo. Il mio sangue è caldo. Sono agitato e profondamente triste con l'attuale situazione della politica del bel paese, per quello che riguarda l'educazione. Ho letto e riletto i presenti decreti. Sono abbastanza arrabbiato con tutto ciò che ho letto. Non sono d'accordo proprio per niente con una sola parola in quelli articoli.

La colpa ormai è nostra, di tutti noi che abbiamo votato ad aprile scorso. Soprattutto della sinistra, persa in discorsi ridicoli e retrogradi. Senza un programma decente e presentabile per gestire il Paese. Hanno avuto il mio voto, perché non mi sentivo di voltare PD. Non ero e non sono però soddisfatto di aver fatto una "X" nel logo del mio partito rosso (rosso di vergogna).

Togliere dei fondi all'educazione è tipico di un governo neoliberalista, che privilegia soltanto coloro che hanno più possibilità finanziarie. E la maggior parte della popolazione? Questo fatto è osceno e ratifica qualsiasi manifestazione (non pacifica!).

Anche per le cose dette più "piccole" o discutibili dei decreti non si trova niente che potrebbe giustificarli. In una breve analisi pensiamo all'insegnante unico: Venti, venti e cinque bambini che dovranno essere educati da una sola persona? Non va! E poi come questa potrà giudicare il comportamento di un bambino? Non è giusto!

Il grembiule: Beh, il ritorno dei Puffi ( Schtroumpfs)? Con la scusa per evitare la discriminazione sociale. Stiamo scherzando? Ieri sono andato con un'amica italiana, più piccola di me, ma forse più saggia, a prendere un Kir (aperitivo tipico francese), ad un bar a Saint Germain. Abbiamo parlato per ore sui decreti. Ad un tratto lei ha detto: "Pensano di risolvere i problemi nell'ultimo anello della catena, quando invece vanno risolto alla base". Tutti con gli stessi vestiti non cambia il problema, non guarisce la malattia del pregiudizio e della disuguaglianza sociale. Uno avrà un grembiule sempre pulito, stirato, nuovo. Così come le scarpe, i cellulari, gli astucci, ecc. L'altro di meno! La soluzione, come dice la mia amica é lavorare con i bambini, insegnando che l'essere è più importante che l'avere. 

E così poteri prolungarmi a criticare ogni parte dei decreti. Ho già scritto troppo. Basta.

Adesso attendiamo l'omologazione di queste leggi assurde, ma non possiamo fermarci con le manifestazioni e proteste. Almeno quelli che hanno sostenuto l'attuale governo italiano, tra alcuni anni, pensano meglio prima di votare. E noi invece, che non li abbiamo votato, possiamo manifestare sempre contro le ingiustizie, ed imparare a fare dei programmi degni e coerenti con la grandezza del nostro Paese, non come ad un centro sociale (per carità, i centri sociali hanno la loro importanza, ma è molto diverso di gestire una nazione come l'Italia).

Dai ragazzi, forza! 



sabato 25 ottobre 2008

L'opportunità è ORA!


Ovviamente non potrei scrivere altro, in questo mio ritorno dopo un lungo periodo assente, che ciò che è in più evidenza nel contesto politico italiano: i decreti legge 133-137, conosciuto come il decreto Gelmini, ereditato dell'attuale ministro dell'Istruzione, Maristella Gelmini.

Il suo provvedimento più giudicato è il decreto legge n.137 di settembre/2008, chiamato Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università, che tra altre cose prevede la reintroduzione del maestro unico nella scuola elementare (art. 4, paragrafo 1), la valutazione nella pagella dello studente del suo comportamento in classe (art. 2, paragrafi 2 e 3, giustificato nel controllo del bullismo nelle scuole) e, soprattutto, ai tagli con l'educazione nel paese.

Non voglio entrare nei meriti dei decreti. In sostanza non sono per niente d'accordo, non perché ho una visione politica diversa dal governo, però per ragioni pratiche. L'educazione, secondo me, dovrebbe essere insieme alla sanità, priorità di qualsiasi governo. L'espressione "tagli", sostenuta anche del presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, suona male e è una strada sbagliata, pericolosa. 

Ci vorrebbe sì una ristrutturazione dell'Educazione in Italia, dall'asilo all'università, con urgenza. La proposta della Gelmini è retrograda e inefficace. Credo che sia più un aiuto alla finanza nazionale, un adattamento di soccorso all'atteggiamento neoliberalista del governo, come autore e attore principale il signor Ministro dell'Economia e dele Finanze Giulio Tremonti, ovviamente sostenuto dei ministri di Stato, Maristella Gelmini, Renato Brunetta (Pubblica Amministrazione) e Silvio Berlusconi (il primo ministro). Una vergogna!

Uno dei miei colleghi sociologi mi ha scritto sul facebbok che trova le manifestazioni contro i decreti "Gelmini-Brunetta-Tremonti-Berlusconi" (decreto legge 133 e decreto legge 137, entrambi 2008) esagerate. Se fossero soltanto per i decreti forse anch'io potrei dire lo stesso. Ma no! Assolutamente NO! Credo che i decreti ara le scintille mancante per questa che potrà (e mi auguro che sia) essere la rivoluzione, partendo da noi studenti universitari. 

Lo studente oggi è un schiavo del voto. Studia per superare l'esame, aver un buon voto e il chance di trovare un lavoro decente, dandogli la possibilità di vivere, o sopravvivere. Dunque: un idiota. L'università ha perso il suo senso, e integra soltanto un sistema formativo, necessario nel percorso della vita. 

Io sono contento e ottimista con le manifestazione in tutto il paese. Non sarà in vano. Forse i presenti decreti saranno comunque omologati, anche se il presidente Napolitano usa il suo poter di VETO, i decreti ripassano alle Camere dei parlamentare, che dopo danno l'ennesima fiducia, obbligando quindi l'omologazione. Questa però può essere l'opportunità di invadere le strade, di lottare, di protestare; di crescere e fare, e non soltanto "parolaiare", come fanno attualmente i partiti e politici della sinistra italiana che, in generale, sono abbastanza limitati e anche loro retrogradi, con i soliti discorsi del '68, o gli studenti che parlavano, parlavano e parlavano (forse parlano ancora), ma alla fine gran parte di loro erano dei "fighetti", che non usavano dei vestiti firmati, ma spendevano 100 euro con altre cose inutili, non si preoccupavano con la realtà società in generale. Atteggiamenti egoisti ed arroganti).

Adesso sono a Parigi. Vorrei essere a Trento, vicino ai cari veri COMPAGNI. Stefano, Baldo, Vero, Michi (che anche lui è all'estero adesso), Corrado, Erica; Sara e Bob (che sono con me adesso), ecc. Va bene. Vi penso e faccio la mia parte.

Nel titolo ho messo il link per il sito del governo italiano, con i presenti decreti, per chi non ha letto ancora.