Più che arrabbiarmi con i leghisti, o più specificamente con il leghista Falvio Tosi, devo lamentarmi l'atteggiamento degli abitanti di Verona, che lo elessero sindaco.
La città di Romeo e Giulietta è una delle più belle del nostro paese. Mi ricordo benissimo la prima volta che sono arrivato là. Una fantasia! Non sapevo dove fermare il mio sguardo meravigliato con ogni dettaglio interessante.
Si penso poi che questa incantevole città abbia un sindaco così, mi vieni la voglia di vomitare, di non tornare mai più. Tutto che prima era gustoso si trasforma in nero, il colore della morte, del fascismo, del buio, dei vestiti che indossavano gli assassini di Nicola Tommasoli, selvaggiamente picchiato e ucciso il primo maggio scorso, dai tifosi della curva dell'Hellas (squadra che non indossa nero, ma la sua situazione è oltre ciò, sempre peggio).
L'ultima di Tosi è patrocinare, con i soldi del comune, cioè di tutti coloro che abitano a Verona, ad un'iniziativa ridicola, promossa dai partiti di estrema destra: La presentazione, allo storico bar areniano Liston 12, di un libro che i intitola "Alta finanza e miseria. L'usurocrazia mondiale sulla pelle dei popoli", di Savino Frigiola, stampato dalla controcorrente.
Ovviamente credo e accetto che la destra faccia ciò che vuole. Siamo una democrazia. Ma non posso mica capire ed accettare che i soldi pubblici sostengono ideali xenofobi, omofobi e con dei pregiudizi etnici.
La prossima volta che vado a Verona, troverò il mio amico Enzo (nome fittizio), un siciliano gay, portatore del virus HIV, anziano, che abita a Verona da sempre e soffre con il pregiudizio dai suoi familiari e co-cittadini, e mangeremo un bel panino in piazza Bra, davanti a questo Liston 12.
Ecco!