Mi fa troppo male al cuore non poter esserci in Italia adesso. Al punto di non riuscire a godere il fascino parigino.
Vorrei essere di fianco, insieme ai miei compagni e agli altri studenti che protestano contro i decreti 133/137, conosciuti ormai come "legge Gelmini"*. Non solo per il piacere di fare una protesta, rivendicare qualcosa, come una delle mie amiche italiane a Parigi! No, assolutamente no! In questi giorni mi dimentico che sono brasiliano. Prendo soltanto la mia metà italiana e soffro con l'atteggiamento irresponsabile del governo. Il mio sangue è caldo. Sono agitato e profondamente triste con l'attuale situazione della politica del bel paese, per quello che riguarda l'educazione. Ho letto e riletto i presenti decreti. Sono abbastanza arrabbiato con tutto ciò che ho letto. Non sono d'accordo proprio per niente con una sola parola in quelli articoli.
La colpa ormai è nostra, di tutti noi che abbiamo votato ad aprile scorso. Soprattutto della sinistra, persa in discorsi ridicoli e retrogradi. Senza un programma decente e presentabile per gestire il Paese. Hanno avuto il mio voto, perché non mi sentivo di voltare PD. Non ero e non sono però soddisfatto di aver fatto una "X" nel logo del mio partito rosso (rosso di vergogna).
Togliere dei fondi all'educazione è tipico di un governo neoliberalista, che privilegia soltanto coloro che hanno più possibilità finanziarie. E la maggior parte della popolazione? Questo fatto è osceno e ratifica qualsiasi manifestazione (non pacifica!).
Anche per le cose dette più "piccole" o discutibili dei decreti non si trova niente che potrebbe giustificarli. In una breve analisi pensiamo all'insegnante unico: Venti, venti e cinque bambini che dovranno essere educati da una sola persona? Non va! E poi come questa potrà giudicare il comportamento di un bambino? Non è giusto!
Il grembiule: Beh, il ritorno dei Puffi ( Schtroumpfs)? Con la scusa per evitare la discriminazione sociale. Stiamo scherzando? Ieri sono andato con un'amica italiana, più piccola di me, ma forse più saggia, a prendere un Kir (aperitivo tipico francese), ad un bar a Saint Germain. Abbiamo parlato per ore sui decreti. Ad un tratto lei ha detto: "Pensano di risolvere i problemi nell'ultimo anello della catena, quando invece vanno risolto alla base". Tutti con gli stessi vestiti non cambia il problema, non guarisce la malattia del pregiudizio e della disuguaglianza sociale. Uno avrà un grembiule sempre pulito, stirato, nuovo. Così come le scarpe, i cellulari, gli astucci, ecc. L'altro di meno! La soluzione, come dice la mia amica é lavorare con i bambini, insegnando che l'essere è più importante che l'avere.
E così poteri prolungarmi a criticare ogni parte dei decreti. Ho già scritto troppo. Basta.
Adesso attendiamo l'omologazione di queste leggi assurde, ma non possiamo fermarci con le manifestazioni e proteste. Almeno quelli che hanno sostenuto l'attuale governo italiano, tra alcuni anni, pensano meglio prima di votare. E noi invece, che non li abbiamo votato, possiamo manifestare sempre contro le ingiustizie, ed imparare a fare dei programmi degni e coerenti con la grandezza del nostro Paese, non come ad un centro sociale (per carità, i centri sociali hanno la loro importanza, ma è molto diverso di gestire una nazione come l'Italia).
Dai ragazzi, forza!