La mia avventura in Francia è italiana. Da quando sono venuto a cercare casa fino alla fine di quest'anno accademico ho vissuto, parlato, litigato, manifestato, riso, uscito, mangiato, ospitato soltanto italiani. Mi sono divertito tantissimo. Ho conosciuto - e ho scoperto tra quelli che già conoscevo - delle persone fantastiche, e altre che avrei preferito non conoscere o frequentare.
Essendo italiano e nello stesso tempo straniero ho la fortuna di analizzare coscientemente e incoscientemente, sia come sociologo, che giornalista, alcuni aspetti della "nostra" cultura. Potrei, volendo, scrivere un articolo scientifico sulle mie osservazione. Forse lo farò, forse no.
Il mio intuito però in questo post, che arriva già al suo terzo paragrafo, è sottolineare una sola caratteristica di questo ampio cerchio di oltre 250 giovani (tra 20 e 36 anni), formato dalla maggioranza studentesca, con qualche macchio di precari e lavoratori: A tutti dispiace il fatto di Silvio Berlusconi sia il nostro primo ministro. Infatti, anche a me. Tanto!
Mi sono reso conto che alla gran parte di questo gruppo, Berlusconi sia il male incarnato, non per la sua piattaforma/ideologia politica, ma per il suo controverso personaggio e le sue abituali cavolate. Periodicamente i media pubblicano qualche perla del cavaliere, che sicuramente sarà uno dei argomenti da essere discussi negli incontri tra il popolo dantesco. "Hai visto l'ultima di Berlusconi?", è la frase che settimanalmente devo acoltare. Lasciamo perdere allora il mare dei video, testi, gruppi e frasi pubblicate sulla bacheca di Facebook: "SFIDA: STIAMO CERCANDO 20 MILIONI DI ITALIANI CHE NON VOTERANNO BERLUSCONI"; "Sorry Barack for our prime minister.. Obama scusa, Berlusconi è un coglione"; "IO MI VERGOGNO DI ESSERE RAPPRESENTATO NEL MONDO DA SILVIO BERLUSCONI!", ecc.
Devo confessarvi che sono annoiato e non mi va più parlare male di Silvio Berlusconi nel ruolo di principe cafona che non smetterà mai di mettere in imbarazzo gli italiani per le sue cazzate (scusate il termine). Non me ne frega niente se scopa una diciottenne, se ha tradito e lasciato la moglie, se ha fatto la chirurgia plastica, se porta la bandana, se non parla una lingua straniera, se urla davanti la regina inglese, se parla al telefono mentre la Bundeskanzler tedesca Merkel lo aspetta, se ci prova con tutte le donne carine, se dice che Obama è abbronzato e Fredrik Reinfeldt è candido. Anche la bella Beatrice Borromeo ha ripetuto le cretinate del premier nel suo giusto sfogo contro la censura dalla Rai2 (Lascio qui, come giornalista, sociologo e cittadino, la mia solidarietà a Beatrice). Ovviamente tra i tanti bizzarri prodigi berlusconiani ci sono alcuni inaccettabili, come quando diede di «Kapò» al tedesco Schulz, per esempio. Il problema è che, almeno qui a Parigi, quando esco - per fortuna poche volte - con alcuni italiani, l'argomento "Hai visto l'ultima di Berlusconi?" viene ad interrompere il momentaneo, ma piacevole, silenzio della pausa sigaretta. E poi la dinamica è sempre la stessa.
"Hai visto l'ultima di Berlusconi?"
"Beh, chi non ha visto?!"
Poi, nonostante entrambi hanno la conoscenza del fatto, si racconta lo stesso. Gli altri attorno si aggiungono e cominciano a ricordare tutte le sue prodezze. Ridono, si lamentano e finisco le sigarette prima di tornare a parlare degli esami, di lavoro o male della gente. CHE NOIA! Tutto ciò inutile, giacché metà degli italiani sostiene questo personaggio intrigante, che è il primo ministro dell'Italia. La mia tesi è che alla fine, senza sapere, anche i giovani universitari, precari e lavoratori (citati nei paragrafi precedenti) che formano i piccoli cerchi per ricordare le fesserie di Berlusconi, sì, anche loro, sostengono l'attuale governo.
Qualcuno mi dà di pazzo o incoerente? Mi spiego: L'opposizione legittima la democrazia (sistema che secondo me, in Italia, è quasi inesistente). Qualcuno mi potrà chiedere: "E allora, dobbiamo stare zitti? Non dire niente e accettare passivamente il governo Berlusconi?".
"No! "
Però insisto che le critiche che procedono da questi miei pochi compagni sono inutili e inefficaci. Parolai impegnati ognuno con i cavoli propri, sia con lo studio, che con il lavoro, preoccupati soltanto con il loro futuro, della serie cosa farò e cosa avrò "da grande". Poi, nel momento di sfoghi, danno la loro contribuzione per il mantenimento del sistema neoliberale, criticando il personaggio Silvio Berlusconi. Hanno un atteggiamento arrogante, criticano le persone che pensano o si comportano in modo diverso. Ma non vanno oltre i discorsi, perché vivono sotto la mediocrità, orgogliosi dei loro titoli di studio, professioni, lingue parlate. Pensano solo al loro benessere, al loro futuro, nonostante due volte all'anno si dimostrano sensibile e coinvolti con la società, partecipando alle manifestazioni contro il governo, l'omofobia, razzismo, fascismo, ecc. "Oh, come siamo bravi! Facciamo anche la divisione dei rifiuti".
Non posso dire che questi siano ipocriti, no, non è questo! L'unica cosa che penso è che, senza accorgersi, mantengono la potenza del neoliberalismo.
All'inizio di quest'articolo ho espresso la mia noia con l'argomento Berlusconi. Vi spiego. Silvio Berlusconi forse è attualmente il principale personaggio politico del mondo capitalista occidentale. Non esiste un altro come egli. Obama, come i suoi antecessori, ha gli Stati Uniti alle spalle. Silvio é Berlusconi e basta. Un uomo di potere. Le mie critiche verso di lui sono durissime. Per me è inconcepibile che un magnate dei mass media sia allo stesso tempo il Capo del governo di un Stato democratico. Tra l'altro, secondo me, un magnate dei Media è già un problema.
Però in questo momento la presenza di Silvio Berlusconi al governo non è diversa di quella che fu di Prodi, per esempio, o che sarebbe stata di Veltroni. No, assolutamente! L'Italia, così come gli altri membri UE devono seguire una strada, quella del neoliberalismo.
Un piccolo esempio che sostiene il mio argomento é il "NO GELMINI"! Una grossa onda di studenti si è mossa. Addirittura alcuni compagni italiani in Francia volevano rientrare in patria madre per partecipare ai cortei. Pure qui a Parigi si fece un presidio il 14 novembre 2008, con circa 300 persone. Fu molto bello, e poi?! Cosa è cambiato?
Gli studenti sono tornati ai libri, ai happy hours e, soprattutto, alle pause sigaretta, con i soliti discorsi e ricordi già manifesti in questo testo. Tutti preoccupati con gli esami, con la media dei voti, con la tesi, con i propri ombelichi, mentre le riforme dell'istruzione avanzano come pianificato, non dalla Gelmini o da Berlusconi, ma dall'UE, dal neoliberalismo. Le proposte all'Università della Gelmini sarebbero le stesse se il governo fosse un altro, e se il ministro dell'istruzione fosse Luigi Berlinguer o Giuseppe Fioroni.
Dal NO GELMINI PARIS è nata l'Onda Europea. Sono dei giovani studenti, ricercatori, professori, professionisti che riescono andare oltre di commentare i discorsi impropri di Berlusconi. Studiano, lavorano tanto, si divertono e nello stesso tempo si mantengono impegnati contro il sistema vigente. Sono delle ragazze e dei ragazzi che si preoccupano con la situazione politica italiana, europea, globale, perché capiscono ormai che separarli, inoltre essere inutile e stupido, è uno spreco di energia. Non potrei dire che sono e sarò sempre d'accordo con tutto proposto dell'Onda, ma hanno il mio rispetto, perché non si limitano a criticare le "bravure" di Silvio Berlusconi.
Concludo dicendo che nemmeno a me Berlusconi piaccia. Per niente, però mi infastidisce il fatto che alcuni giovani italiani si perdono nelle critiche banale e normale a questo soggetto, ma paradossalmente non fanno altro che sostenerlo, con un atteggiamento neoliberale, egocentrico, egoista e sotto la mediocrità, non fregandosi alle questioni politiche e ai punti cruciali del governo e del sistema non solo italiano, ma europeo e globale.
Il governo italiano è una vergogna. Sarebbe comunque con chiunque al ruolo di Capo dello Stato. Certamente che la presenza di Berlusconi peggiora di bruto la situazione, ma fermarsi alle critiche che si riferiscono al suo personaggio, ripeto, è inutile. La nostra lotta deve essere continua, contro di lui, ma soprattutto contro il Sistema.
Bibliografia:
SEVCENKO, N. A Corrida para o Século XXI - No loop da montanha-russa. Companhia das Letras, Sao Paulo, 2001.
LUHMANN, N. Die Kunst der Gesellschaft, PAULUS, Muench, 1996
DAL LAGO, A. e DE BIASI, R.. Un certo sguardo - Introduzione all'etnografia sociale. Laterza, Milano, 2006