Non vorrei essere noioso, ma vengo da voi ancora per scrivere sul giornalismo, o meglio, tutt'altro, ciò che trovo in Italia.
Un'altra domenica perdo il mio tempo al guardare la TV, in speciale il programma Alle falde del Kilomangiaro (Rai3), condotto dall'insipita Licia Colò.
Oggi il tema è la poligamia. Non voglio discutere la legittimità o meno di questa pratica, ma sì il modo in cui il fatto è presentato in questa mediocre puntata.
Hanno portato un senegalese musulmano che ha due spose. Nonostante lui essere stato chiaro, saggio al difendere la sua scelta, Colò ha enfatizzato un unico problema in questa diversa cultura: il pericolo dell'AIDS in conseguenza di un matrimonio "anormale", con due moglie.
Trovo ciò un modo di evidenziare il problemi culturali contro il diverso, soprattutto in un momento critico come questo che viviamo oggi in Italia, con la xenofobia e il razzismo, dove nella provinciale Trento, per esempio, si discute ancora sulla legittimità dell'apertura di una moschea, con tanti contrari. Questo tipo di programma in TV aiuta a sostenere "la paura del diverso". Un nero, con due moglie, musulmano. Mi chiedo perché non hanno portato un biondo cristiano, con gli occhi blu dello stato mormone dell'Utah, negli USA? Forse perché alcuni italiani potrebbero scherzare, dicendosi invidiosi di coloro belli americani che hanno tante moglie? Oppure dire che è "culturale" aver più di una sposa?
Invece nel primo caso, come ho detto, trovo un modo di sostenere la xenofobia italiana.
E poi, sul discorso - ridicolo - dell'AIDS, i poligami non appaiono nel gruppo di rischio. Se ci sono dei poligami portatori del virus HIV sono pochissimi. L'HIV tra l'altro cresce tra "le persone normale" a noi, come gli eterosessuali sposati con una sola donna, con figli, lavoro, macchina, ecc. Chi ha dei dubbi, che ricerchi ciò sull'internet!
L'anno scorso, sempre alla provinciale Trento, sono stati arrestati delle persone che favorivano la prostituzione in Italia. Nelle intercettazioni fatte dai Carabinieri con alcune prostitute e travestiti, è venuto fuori che alcuni trentini sposati, li davano più soldi per aver relazioni sessuali senza preservativo. Poi questi tipi rientrano nelle loro belle case, dalle loro belle famiglie, di cui una sola moglie, con la possibilità di portare il brutto virus come regalo.
Non sono contrario al far vedere in TV il diverso. Anzi, sono curioso, mi piace, però se condotto di una persona preparata, di un vero giornalista, capace di contestualizzare la situazione in modo pragmatico, giusto e vero!
Ratifico la mia tesi. Per essere giornalista e condurre un programma o scrivere in un piccolo giornale della comunità si dovrebbe aver una laurea in GIORNALISMO, e non essere raccomandato o soltanto bella, o una ex velina.
2 commenti:
Olà Jota, sono quasi sempre d'accordo con te, ma non scrivo per questo. Desidero mettermi in contatto con te perchè ho in mente di aprire un giornale on-line nel Nordeste del Brasile. voglio chiederti se potresti essere interessato o se puoi darmi qualche consiglio. Grazie!!!
(www.brasileimmobili.com; (brucos4@gmail.com)
Per scrivere su una testata giornalistica - o su un dorso regionale - si può essere giornalista iscritto all'albo dei giornalisti, pubblicista iscritto all'albo dei pubblicisti oppure collaboratore, giacchè solo dopo due anni di collaborazione continuativa con uno o più soggetti giornalistici si può avere l'abilitazione alla pubblicistica.
Bel blog :-P
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