Cari e belle lettori,
Ingannatevi se pensate che il presente post sia un saggio sulla ricerca qualitativa. Beh, è ben vero che nonostante studiare a Trento City, non mi fido dalla quantitativa. Ma la mia intenzione qui è soltanto lodare uno dei miei professore, anche lui dalla quantitativa Facoltà di Sociologia di Trento, anche lui però qualitativo: Salvatore Abbruzzese.
Nato nel 1954 a Arce (FR), laureato in Sociologia presso l'Università di Roma e con il dottorato a Paris. Insegna attualmente a Trento. La sua cattedra è Sociologia della Religione, ma il corso che attualmente seguo con lui è Sociologia, basato nel testo di Raymond Boudon, Il Posto del disordine - Critica delle teorie del mutamento sociale (il Mulino).
Abbruzzese, inoltre conoscere bene ciò che insegna, lo fa con passione. Non guarda gli studenti come degli analfabeti inferiori, ma come delle persone che hanno un'opportunità di imparare e capire qualcosa di nuovo e la potenzialità di cambiare le proprie vite e conseguentemente delle altri. Capisco ciò alle sue lezioni, che sono sempre squisiti. Mi piacciono al punto di mi far capire che ho fatto la scelta giusta.
Non vorrei più fare il giornalista. Beh, va bene, per adesso no! Voglio studiare, imparare la sociologia, godere l'università. Confesso che all'inizio era un difficile, soprattutto con Statistica, Sartori ed altri. Poi con Giolo Fele le cose sono migliorate, anche con Rutigliano, finchè ho il privilegio di imparare e crescere con Abbruzzese.
Beh, studiare a Trento è bello. Interessante direi, raccomandabile. Sia per i professori citati, che per la struttura offerta dall'Opera Universitaria. La città è carina e i compagni fantastici. Ecco, i compagni. Questo ci vorrebbe un altro post esclusivo. Anche con il lode, alla fine mi piacciono un sacco. Fran, Marta, Giu, Eri, Moris, Giorgio, Lele, Tani, Chià, Anna, Gioa, Dani, Già, Michi, Tommi, Robbie, Ing, Ger , Veri (che è in Olanda, e secondo me è la "colpevole" iniziale, che spinse l'unione del gruppo), Sereia, Giù 3, Davs e altri. Loro con Abbruzzese formano un'alchimia perfetta. L'ultimo giovedì è successo qualcosa di carino. Eravamo alla bella lezione di Abbruzzese. Ad un tratto suona l'allarme di emergenza e ci hanno detto di lasciare subito l'aula. Era una prova contro incendio. Siamo usciti. Il cortile davanti il palazzo dalla facoltà, in piazza Venezia, era pieno di gente. Ho chiesto al professore se si poteva continuare a lezione fuori, sulle scale della statua di De Gasperi. Lui mi ha detto di sì e allora il gruppo si è mosso. Abbiamo trascorso gli ultimi 40 minuto di lezione lì, all'aperto. Carino! Ero felice, contento. Motivato.
E senza dire che con questi compagni si può studiare, parlare di politica, economia. Si può giocare a calcio in piazza Duomo, fare delle belle feste, fumare il canone, cantare, fare il jogging, delle belle foto, mangiare insieme. Bello...
Ops... scappo un po' dell'argomento del post. Parlavo di Abbruzzese, e finisco con lui. "Se io potesse tornare indietro, ci andrei a Parigi anche per fare la laurea e non solo il dottorato." Ecco, con queste parole mi sento sicuro sulla scelta di andare a Paris per fare l'Erasmus.
Adesso torno a Boudon. Il periodo è di studio.
Vi chiedo scusa per il mio italiano ancora ridicolo. Così almeno imparo...
1 commento:
ma guarda un po'... son qui che cerco "boudon" su gogle per scopiazzare un po' la tesina.. e mi vien fuori il tuo blog.... ahahahaha.. bè cmq leggendo come scrivevi in italiano un anno fa posso dirti che hai imparato un sacco!! e bravo jota
zao
Posta un commento